Marconi, al parco Veratti arriva il muro anti prostituzione

La recinzione dovrebbe scoraggiare le incursioni notturne
di Laura Bogliolo
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 08:02

Una barriera per frenare il racket della prostituzione e per la messa in sicurezza dell'area frequentata da chi prende la metro della linea B a Roma. Siamo su viale Marconi, non distante dalla rampa di accesso alla via Ostiense. All'altezza di via Veratti c'è un'area verde che il Municipio VIII ha affidato a volontari e dopo anni di abbandono, i residenti sono riusciti a restituire la zona alle famiglie. Ma confina con viale Marconi e ogni sera il giro delle schiave del sesso continua a proliferare. Risultato? Spesso si amplia fino ad arrivare sin dentro il parco Veratti.

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I pericoli

«Il nuovo muro proteggerà i pedoni dalla scarpata e darà maggior protezione al parco dal fenomeno della prostituzione che lí si consuma abitualmente a causa dei tratti di rete rotti, riempendo il parco di rifiuti di vario genere - ha detto Michele Centorrino, assessore all'Ambiente dell'VIII Municipio - si tratta di un muro in base di cemento armato con sopra robusta recinzione». E così da qualche giorno sono iniziati i lavori del Comune per consolidare il perimetro: si tratta quindi di una base di cemento sul quale verrà fissata una rete per impedire l'accesso notturno alle schiave del sesso e ai loro clienti.

I lavori per installare un perimetro di protezione sono stati chiesti anni fa al Comune dai residenti e dall'VIII Municipio. Su un lato del marciapiede la rete è completamente distrutta e chi vi cammina per raggiungere la stazione Marconi della linea B rischi non poco: su quel lato infatti c'è un dirupo.

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I cancelli 

A nulla negli anni sono servite le proteste e le denunce dei residenti contro la prostituzione che ogni sera e notte diventa protagonista di quel tratto di viale Marconi. I clienti si appartano nell'area verde che di giorno è frequentata da famiglie e bambini. A gestire il parco è un'associazione di volontari: in un'altra parte del parco (circa un ettaro) sono stati realizzati anche degli orti urbani molto frequentati. Insomma, l'area verde abbandonata e trasformata in una giungla preda di sbandati, grazie all'affidamento dato dall'VIII Municipio ai volontari, è diventata una piccola oasi. Ma la notte le incursioni purtroppo continuavano. Con il perimetro «l'area verde potrà essere utilizzata in modo esclusivo dalla cittadinanza e - spiega Amedeo Ciaccheri, il minisindaco dell'VIII - come la maggior parte dei parchi cittadini avrà un cancello per la chiusura e l'apertura nelle ore deputate. Si tratta - ha aggiunto - di lavori a completamento delle operazioni di riqualificazione dell'area già partiti precedentemente». Nel parco sono stati donati una cinquantina di alberi (da frutta e di ulivo), molti dei quali dedicati a persone scomparse. E ogni mattina alle 7 ad aprire gli orti c'è Aristide, 88 anni. «Prepara un thermos con il caffè e lo offre a chi viene a coltivare le verdure». Il ricordo di un residente: «Quando ero piccolo qui si giocava a calcio e a ruba bandiera... negli anni l'area verde era diventata una discarica e luogo di prostituzione». Poi l'intervento dei volontari.

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