La rabbia della Garbatella: «La Raggi non la votiamo più»

La rabbia della Garbatella: «La Raggi non la votiamo più»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 6 Settembre 2020, 00:23

L’espressione un po’ colorita - ma scandita comunque a chiare lettere da dietro la mascherina - non si può riportare. Ma suonava così: «Ci sta a prende in giro? Tanto mica la rivotiamo», diceva ieri pomeriggio la signora Paola, moglie del titolare dello storico bar dei Cesaroni alla Garbatella. Ma chi prende in giro e su cosa? È fresca la notizia del bando pubblicato dal Campidoglio per celebrare i cento anni del quartiere. 
Sempre la signora Paola da dietro la cassa del locale, diventato famoso per la serie tv con Claudio Amendola e roccaforte dei tifosi romanisti, con alle spalle la maglia numero dieci che fu di Francesco Totti, aggiunge: «Ma che la sindaca non lo sa che il centenario è passato? Che si festeggiava a febbraio?». Eccola una delle reazioni di chi vive alla Garbatella - e ama ardentemente il quartiere come fosse casa sua - di fronte all’iniziativa firmata dall’amministrazione capitolina.
 

La rabbia della Garbatella


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«Sono passati sette mesi, a febbraio quando il Municipio organizzò la festa e tutta una serie di eventi che poi furono interrotti per il Covid la Raggi neanche si è vista e ora si ricorda di noi, mi permetta ma fa un po’ ridere perché è tardivo, il Comune pensasse a sistemare il quartiere, che in certe parti ci sono topi grandi come gatti». La signora Paola non è la sola a pensarla in questo modo nel giorno in cui si agitano le polemiche (squisitamente politiche) sul bando comunale tra Palazzo Senatorio e Municipio VIII che da solo ha fatto tutto quello che poteva fare per celebrare la ricorrenza. 
La luce di settembre rende ancora più suggestivi i piccoli palazzi colorati che caratterizzano da sempre il quartiere. Molti residenti sono ancora in vacanza così come gli storici esercenti di negozi e ristoranti. Ma per chi c’è, e si ferma a dire la sua, l’iniziativa del comune viene bollata come una provocazione «dal sapore elettorale».

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«MANOVRA ELETTORALE»
Di fronte alla pizzeria “Mi Garba la pizza” in via delle Sette chiese un gruppo di residenti è seduto ai tavolini all’aperto: «Non ricordiamo in quasi cinque anni una visita ufficiale del sindaco - dicono - e ora si preoccupa del centenario perché non è venuta a febbraio? Perché non hanno fatto nulla all’epoca? L’anno prossimo si torna a votare ma la gente non l’incanti più».

A Garbatella nel 2016 il Movimento cinquestelle fece incetta di voti strappando alla sinistra - che corse divisa - una storica roccaforte “rossa”. Anche il Municipio fu vinto dai pentastellati fino a che per le lotte fratricide interne il presidente Paolo Pace fu costretto alle dimissioni. Uno dei primi Municipi di Roma (poi ce ne furono anche altri) che capitolarono sotto il “fuoco amico”. «A essere magnanimi posso dire “Meglio tardi che mai” - aggiunge Elisabetta Girolami, nata e cresciuta alla Garbatella e titolare del ristorante Il ristoro degli Angeli di fronte al teatro Palladium - ma a febbraio quando c’era la ricorrenza per il centenario la grande assente è stata la sindaca. Non voglio essere cattiva ma quest’iniziativa ha il sapore della manovra elettorale anche perché ricordo la sua presenza una sola volta per l’inaugurazione del mercato di via Rosa Raimondi ma al netto di questo è sempre mancata un’interlocuzione con il Campidoglio». C’è pure chi confida - come Maurizio tabaccaio di via Persico - «nell’iniziativa a prescindere dalla tempistica perché magari può far bene al quartiere».

Ma alla fine la sentenza non cambia: «È un po’ come quando ti fanno gli auguri di buon compleanno in ritardo, va bene, li accetti per carità - conclude Riccardo Lucci, dipendente della birreria “Hey hop” in piazza Bartolomeo Romano - ma sempre auguri in ritardo sono e chi li riceve gli dà l’importanza che meritano». 

 

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