Roma, netturbini in pausa caffé: dodici sospesi e denunciati

Decisione dell’Ama: senza stipendio per dieci giorni. Erano al bar durante il lavoro

Roma, netturbini in pausa caffé: dodici sospesi e denunciati
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 2 Ottobre 2021, 00:08

Un caffè amarissimo. Dodici dipendenti dell’Ama sono stati sospesi, senza lavoro e senza paga, al termine di un’indagine avviata dalla partecipata dei rifiuti sulle pause al bar (o all’autogrill) in voga tra i netturbini. Pause lunghe, fino a 45 minuti, a fronte di turni che durano dalle 6 ore alle 6 ore e mezza massimo. Altro che un espresso e via, per ricaricarsi e ripartire a raccogliere i sacchetti che traboccano dai bidoni e finiscono in piena strada o sui marciapiedi. Soprattutto, secondo gli investigatori dell’azienda si trattava di una tappa fissa: alcuni addetti della raccolta sono stati sorpresi al tavolino più di una volta. Sempre gli stessi. Spesso poco dopo avere strisciato il badge. Tanto che ora sono al vaglio della commissione disciplinare anche i percorsi tracciati dal Gps installato a bordo dei camion, dispositivi in mano alle compagnie assicurative. Un primo esito però l’indagine interna l’ha già dato. Con la sospensione da 6 a 10 giorni dei netturbini infedeli. C’è poi l’indagine dei carabinieri, con accuse pesanti: truffa, interruzione di pubblico servizio e peculato, per avere sfruttato i mezzi aziendali per fini personali.

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In caserma

L’inchiesta penale è alle prime battute.

Dopo l’esposto dell’amministratore unico della municipalizzata, Stefano Zaghis, la Procura ha delegato i militari della stazione di San Sebastiano, la più vicina al quartier generale dell’Ama di via Calderon de la Barca. In questi giorni, è previsto l’interrogatorio, come persone informate sui fatti, di alcuni dirigenti della società comunale, in particolare della Direzione del Personale. Chiuse le indagini preliminari, sarà spedita l’informativa al pubblico ministero.

All’Ama hanno già le idee piuttosto chiare su un malcostume diffuso a cui l’au Zaghis sta cercando di mettere riparo. Nel mirino naturalmente non c’è chi si ferma solo qualche minuto, il tempo di un caffè veloce al banco. La pausa breve, comune in tutti i posti di lavoro, è accettata, ovvio. Quello che viene fuori dall’indagine interna è invece il ricorso a soste prolungate, fino a tre quarti d’ora, quasi sempre poco dopo l’inizio del servizio. L’inchiesta dell’Ama è partita a maggio. Nei corridoi di Calderon de la Barca si vocifera che i primi blitz siano stati messi a segno direttamente da Zaghis, versione 007, spazientito per la siesta dei sottoposti: avrebbe paparazzato lui, col cellulare, due operatori attovagliati in una caffetteria di Torrevecchia per oltre mezz’ora. Altri 6 sono stati incastrati da un passante, sempre munito di smartphone: si erano intrattenuti all’autogrill sul Raccordo anulare, altezza Casilina, per quasi 45 minuti filati, dalle 21.45 alle 22.27, come attestano le foto scattate dal cittadino, spedite poi agli ispettori dell’Ama. L’orario aiuta a capire la condotta dei dipendenti: il turno di «semi-notte» inizia tra le 20.30 e le 21 - il notturno invece parte alle 22.30 - quindi i lavoratori erano in servizio da appena un’ora. Non c’è dubbio che la cena sia avvenuta durante il turno: negli scatti si nota l’uniforme, che viene indossata negli spogliatoi prima di montare sui camion. «Hanno preso da bere e da mangiare all’interno dell’autogrill, poi sono rimasti fuori per 45 minuti, ai tavolini esterni», ha raccontato il testimone. Mentre gli “squaletti”, i piccoli camion della raccolta, rimanevano fermi nel parcheggio. Proprio per l’utilizzo irregolare dei mezzi ora i dipendenti rischiano, oltre alla truffa, la contestazione del reato di peculato.

Alla toilette

Non solo bar & autogrill: un gruppetto di operatrici è finito sotto indagine interna perché dopo avere timbrato il cartellino, anziché montare sui camion, rimaneva all’interno del deposito, nei locali spogliatoio. Sempre per una mezz’ora abbondante. Tanto l’immondizia può attendere. 

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