Nastri gialli anti-degrado, la protesta del Centro: «Roma merita di più»

Nastri gialli anti-degrado, la protesta del Centro: «Roma merita di più»
di Alessandra Camilletti
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Venerdì 17 Maggio 2019, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 09:10


«Abbiamo la città più bella del mondo, che potrebbe essere il centro commerciale all'aperto più bello del mondo. Vedere Roma in questo modo fa male. Si tratta di organizzarsi e di rimettere in piedi la città». Largo San Rocco, ore 10, Mausoleo di Augusto. Giovanni Caffarelli, imprenditore del Tridente, è in piazza con molti altri operatori del Centro. È il giorno dello #sbloccaTridente. Sulle vetrine cartelli e adesivi. «L'obiettivo della riqualificazione è unico. L'importante è stare insieme e la presenza di oggi è una grandissima dimostrazione che la volontà c'è», aggiunge l'imprenditore, che con Diana Molayem e Laura Santilli ha creato il Comitato Roma Tridente e messo a punto un piano di restyling da condividere e presentare al Comune.
 

 


È Ance, con Acer e Inarch, a firmare l'iniziativa #bloccadegrado realizzata a Roma proprio con R3D e in strada scende anche il presidente nazionale, Gabriele Buia, con il vice Edoardo Bianchi. Per Inarch c'è Beatrice Fumarola. Fiocchi gialloneri al petto e nastri a indicare le situazioni di degrado. Largo San Rocco, dove c'è una buca, il piano interrato e chiuso del mercato di Monte d'oro e su, fino a Piazza di Spagna, tra rifiuti e rattoppi. «In Italia ci sono 600 opere bloccate per 53 miliardi di risorse non utilizzate sottolinea Buia Quindi #sbloccacantieri e #bloccadegrado. Dopo Genova siamo a Roma: l'immagine che diamo al turismo e agli operatori stranieri passa dalla Capitale, che riteniamo meriti molto di più. La nostra non è una manifestazione contro qualcuno, ma per qualcosa, per un'Italia che deve avere più efficientamento e meno burocrazia. Arriveremo su tutto il territorio: il degrado c'è e va debellato». Dice Diana Molayem: «Per la prima volta il Tridente è unito, le associazioni di strada si uniscono a quelle di categoria per essere più forti contro il degrado e l'incuria che affliggono Roma da troppo tempo. Siamo ottimisti sul fatto che le istituzioni prendano in considerazione il nostro prezioso aiuto».

I NUMERI
Snocciola dati Nicolò Rebecchini, presidente di Acer: «Le opere ferme, ma finanziate e già cantierabili solo a Roma sono un centinaio, per 600-700 milioni di euro di investimenti. Penso ai parcheggi di via Giulia e via Arnaldo da Brescia, a piazzale Flaminio, agli interventi privati della Zecca di piazza Verde e di via Guido Reni. Solo gli investimenti pubblici porterebbero lavoro a 2.500 persone. È necessario comprimere i tempi delle procedure, sburocratizzare il sistema. Roma ha subito più di tutti questa situazione difficile, ma siamo convinti che si possa ripartire». Investitori ci sarebbero. «Le grandi catene degli alberghi di lusso, ad esempio, verrebbero domani aggiunge Caffarelli Ma il Comune non dà mai risposte certe, sulle procedure e sui tempi e le multinazionali rinunciano in partenza». Intanto continuano a svuotarsi le vetrine e ne risente anche il polo del lusso. «Soprattutto il lusso, perché non arriva più la fascia medio alta di turismo, in grado di spendere di più», aggiunge l'imprenditore. E allora, insieme, sottolinea anche Gianni Battistoni, presidente dell'Associazione via Condotti: «È finito il dividi et impera: siamo tutti uniti per dire basta al degrado e aprire un dialogo con l'amministrazione». E c'è Angelo Mantini, da piazza della Repubblica, che si appresta a scrivere al prefetto.
Ogni cartello è una storia. Flavia Padovan racconta di aver aperto a Milano, «per questo disastro del Centro di Roma. Sempre più spesso siamo noi ad andare dalle clienti, che in Centro non vengono più». Questione anche di Ztl e di stop pure ai motorini. Dice Patrizio Fersini, artigiano: «Ieri la zona era deserta. Ci hanno ghettizzato».

E aggiunge Marco Zappia: «Qui abitano sempre meno persone e vengono sempre meno persone: ormai proponiamo la consegna a domicilio, sostenendo noi un maggior costo. Lo stesso vale per le consegne dei fornitori». Sottolinea Stefano Della Corte: «Le case diventano b&b, l'offerta food si adegua e così cambia le attività di vicinato. La Ztl complica: le maestranze si rifiutano di lavorare all'interno. Serve equilibrio». Dice Rossella Veneziano, in via della Croce col collega Federico Fiaschi: «La domanda è se c'è una visione di cosa deve essere Roma». Spiega da via di Ripetta Paola Marchetti: «Le zone transennate sono molte e risentiamo della chiusura di uffici, dei cantieri fermi e delle metro out». Barbara Lessona, di Amo il quartiere Trieste, sollecita collegamenti rapidi con il Centro. E c'è chi apre. «È il mio secondo negozio dopo Milano dice Luca Gnecchi , a Fontanella Borghese». Si ridà luce a una vetrina spenta da mesi.

 

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