Roma, cattivi odori per i rifiuti: i residenti sigillano i cassonetti

Cassonetti sigillati al Quadraro
di Laura Bogliolo
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Mercoledì 18 Settembre 2019, 10:03
Hanno imparato a falciare l'erba, a riempire le voragini senza fare i malandati rattoppi istituzionali, a tagliere arbusti e anche a raccogliere immondizia. Ma contro la puzza dei cassonetti non hanno potuto far altro che usare lo scotch. Hanno tappato le bocche dei secchioni dell'umido sigillandole perché l'odore era nauseabondo. Dopo aver esaurito le energie in inutili proteste contro l'Ama e il Comune, i romani ancora una volta hanno scelto il fai-da-te, perché l'olezzo ormai arriva fino ai primi piani delle palazzine. È successo in zona Centocelle, qualcuno ci ha provato a Prati e a Villa Gordiani. Al Quadraro poi, hanno utilizzato un nastro color rosso per stoppare chiunque provasse a buttare immondizia. Un semaforo rosso insomma per far capire che la situazione è insostenibile. Il cassonetto è stato sigillato perché era diventato l'incubo dei residenti di via Egerio Levio. «Per evitare il cattivo odore - è scritto sul foglio ben incollato sul cassonetto - visto che l'umido viene raccolto normalmente dopo due tre mesi, si prega di utilizzare i cassonetti della differenziata che vengono scaricati più frequentemente. Grazie». Siamo a pochi passi da via Tuscolana, nel quartiere dove i rifiuti sono protagonisti anche davanti alle scuole il primo giorno sui banchi. E dove si trovano carcasse di cassonetti bruciati. Un vero record secondo i numeri diffusi dalla mini-sindaca del VII Municipio, Monica Lozzi: 45 da giugno, in pratica uno ogni due giorni. Qui non c'è la raccolta porta a porta, quella che fa impazzire vista la mancata raccolta i residenti di San Lorenzo o quelli di Settebagni, ma c'è la differenziata con i cassonetti.

«PERICOLO TAPPO»
Il caldo continua e anche il cattivo odore emanato dai cassonetti.
Quello che non c'è invece è una costante pulizia dei cassonetti, soprattutto dopo i periodi di crisi della raccolta, quando i rifiuti hanno ristagnato nei secchioni per molto tempo. E poi c'è il «pericolo tappo». Quale? «Ogni tanto - spiega una signora sull'Appia - gli operatori svuotano i cassonetti del liquido che cola da tutti i sacchetti e i marciapiedi diventano impraticabili per il cattivo odore». Anche su via della Medaglie d'Oro ieri era impossibile passeggiare senza doversi tappare il naso per i miasmi asfissianti. LA PROTESTA I sigilli sono scattati anche a piazzale Jonio, stavolta però il nastro adesivo è stato affisso non solo contro gli odori, ma per impedire ai topi di scorrazzare dentro e fuori il recipiente. «Non aprite ci sono i topi!» hanno scritto su fogli che tappezzano il cassonetto. «È stato segnalato ad Ama da tre mesi, inutilizzabile perché infestato da topi» dice Luca Laurenti, residente molto attivo nelle denunce sul degrado. E la protesta si sta diffondendo un po' per tutta Roma. Lo scotch ormai è l'unica soluzione per sopravvivere ai disagi creati da Ama.
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