Il racket degli alloggi popolari: «In 5 anni sgomberi triplicati»

Il racket degli alloggi popolari: «In 5 anni sgomberi triplicati»
di Alessia Marani
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Domenica 27 Gennaio 2019, 09:27
L'ultimo sgombero giovedì nei lotti popolari di piazza Santa Maria Liberatrice: è il sesto dall'inizio dell'anno a Testaccio, dove l'Ater, l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale, possiede numerose palazzine e centinaia di appartamenti, molti occupati, alcuni - come da cattiva prassi soprattutto nel Centro storico, il più appetibile per prestigio e posizione - subaffittati illegalmente. Il blitz dell'altro giorno ha visto l'intervento degli agenti di Polizia locale del Gssu (il Gruppo sicurezza sociale urbana) e del I Gruppo Trevi, diretto dal comandante Maurizio Maggi che fino a non molto tempo fa guidava la task force del Campidoglio dedicata esclusivamente al recupero alloggi. Erano presenti, naturalmente, anche i funzionari dell'Ater.

L'immobile era occupato da un pluripregiudicato, da poco tornato dietro le sbarre del carcere di Rebibbia, e dalla compagna. Sono stati i condomini, quelli regolari e che pagano l'affitto all'ente regionale, a premere per lo sfratto con una pioggia di esposti e denunce in Procura e ai carabinieri, e segnalazioni agli uffici del lungotevere Tor di Nona, esausti per il continuo via vai di tossicodipendenti e delinquenti. L'alloggio è stato ripreso in consegna dall'Ater, messo in sicurezza attraverso lo sbarramento del portone, ed ora verrà assegnato a chi ne ha diritto.



L'ATTIVITÀ
Solo dai primi di gennaio ad oggi, sono stati 44 gli alloggi recuperati dall'Azienda a Roma, di cui 10 con operazioni di sgombero. Appartamenti sottratti agli irregolari che, in alcuni casi, occupavano abitazioni assegnate a persone ormai decedute, ma le cui chiavi non erano mai state riconsegnate dopo la loro morte. In poche parole le case erano state intercettate dal racket degli alloggi: promesse e consegnate dai sensali nelle mani di chi era pronto a occuparle col benestare (sempre dietro un compenso) dei familiari dei defunti. Tutti aspetti che, ora, la magistratura dovrà accertare.

Nel 2018 l'Ater è riuscita a tornare in possesso di 454 alloggi, un numero che supera il triplo dei recuperi effettuati nel 2013 e il 60% in più rispetto al 2017. Di questi 454 blitz, solo in 19 casi si è trattato di sgomberi forzosi eseguiti dalle forze dell'ordine su provvedimenti di sequestro della Procura della Repubblica, un dato che sarebbe in diminuzione. Questo, secondo l'Azienda, perché sarebbero aumentate, di contro, le restituzioni spontanee, incentivate dalla stretta in corso sulle morosità, dai controlli avviati sui decessi degli inquilini e dagli interventi immediati sugli abbandoni degli alloggi, subito ripresi e sigillati prima della riassegnazione. Pratiche dovute, e di buon senso, che però, nel passato, sarebbero passate in secondo piano.

LA VIGILANZA
A Testaccio gli inquilini regolari hanno tirato un sospiro di sollievo e a loro si è rivolto il direttore generale dell'Ater di Roma, Andrea Napoletano: «Come amministratori delegati a custodire e a garantire il corretto utilizzo di immobili pubblici di importanza sociale, siamo i primi ad essere soddisfatti. Vigileremo e presidieremo anche con il vostro aiuto. Non molliamo di un centimetro, non abbassiamo la guardia».
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