Salvare i piccoli uccelli, e in particolare i fringuelli, gli scriccioli, i merli e i pettirossi, dal gelo: il Parco regionale dei Castelli Romani lancia un appello e invita la gente ad adottare provvedimenti in queste settimane di freddo per nutrire e proteggere i volatili. In tempo di Coronavirus, il Parco non dimentica gli animali selvatici e cerca di ricostruire un legame con la natura e con l’ambiente, troppo spesso sottovalutato e dimenticato. Nel nostro territorio – spiega Riccardo Caldoni, funzionario del Parco dei Castelli ed esperto di fauna selvatica – ci sono numerosi esemplari come i merli, i pettirossi, i fringuelli, gli scriccioli, le cinciallegre, i tordi ed altri esemplari che vanno in sofferenza nei periodi di gelo, anche perché sono stati ridotti i loro habitat. Con dei piccoli provvedimenti si possono aiutare questi volatili a sopravvivere, in un momento particolarmente difficile come è la stagione invernale. In pratica il Parco fornisce una serie di consigli, un vademecum, un mini “manifesto” naturalista, per costruire piccole casette in cui si possono mettere semi, biscotti sbriciolati o granelle di nocciole per dare agli uccelli la possibilità di nutrirsi.
Neve ai Castelli Romani oltre i 500 metri: disagi da Velletri e Nemi, strade in tilt
Nel Parco dei Castelli Romani oltre ai piccoli uccelli sono state avvistate specie di dimensioni maggiori come i rapaci, il biancone ed il falco pellegrino, che da 25 anni nidifica sui costoni del lago di Castel Gandolfo. Molto diffusi nei laghi di Nemi e di Castel Gandolfo sono anche le anatre come la moretta, il moriglione, il germano reale ed altri. Fino a pochi anni fa era presente sul lago di Castel Gandolfo anche una coppia di cigni . L’esemplare femmina è stato ucciso o rubato da qualche bracconiere. L’esemplare maschio è sopravvissuto per qualche mese e poi è morto di crepacuore.