Mense, famiglie senza bonus: il rischio di una maxi-stangata

Mense, famiglie senza bonus: il rischio di una maxi-stangata
di Pier Paolo Filippi
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Venerdì 27 Settembre 2019, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 08:56


Poveri e mazziati, si potrebbe dire di loro parafrasando un popolare detto romano. Per migliaia di famiglie in difficoltà economiche, infatti, è in arrivo una stangata sulle mense scolastiche delle elementari e delle materne. Quest'anno il termine per la presentazione delle domande online per la tariffa agevolata - per chi ne ha diritto in base all'Isee - è stato anticipato dal 30 settembre al 31 luglio, disorientando i genitori. Il Comune l'ha scritto solo sul sito del Campidoglio e molte scuole non hanno comunicato in maniera chiara la novità. Così tantissime famiglie sono state tagliate fuori e ora si trovano costrette a pagare la tariffa piena, arrivando a spendere per un figlio, infatti anche tra i 400 e i 500 euro in più all'anno.

LE FAMIGLIE
«Io ho tre bambini - spiega un genitore dell'Istituto comprensivo di San Godenzo, in Municipio XV - questo scherzetto mi costa più di mille euro». Tantissimi hanno scritto agli uffici comunali chiedendo una proroga. Alcuni municipi, come il V e il XV, si sono schierati al loro fianco chiedendo al Comune di andare incontro ai genitori in difficoltà. Il Campidoglio, però, sulla vicenda ha alzato un muro. Già agli inizi del mese, l'ex assessore alla Scuola, Laura Baldassarre, aveva detto no alla riapertura dei termini per la presentazione degli Isee. Venerdì scorso, una mozione del Pd che chiedeva una proroga è stata respinta dalla maggioranza in Assemblea capitolina. «Comprendiamo le ragioni del documento - aveva spiegato il vicepresidente della commissione Scuola, Nello Angelucci - ma adesso a Roma le regole vanno rispettate». E ieri, un'ulteriore mozione firmata da tutta l'opposizione non è passata perché i 5 stelle hanno fatto mancare il numero legale. «Non si capisce il motivo di questa chiusura che sta danneggiando tante famiglie - attacca Valeria Baglio, consigliera Pd - Io stessa ho scritto alla sindaca per chiederle di intervenire direttamente, ma non ho mai avuto risposta. Eppure i presupposti per riaprire i termini ci sono. La delibera stabiliva che dovesse essere data adeguata comunicazione, e se tanti sono rimasti esclusi significa che qualcosa non ha funzionato». Deluse le famiglie, alcune ieri erano in aula. «Anche nella scuola Settembrini nel quartiere Trieste abbiamo tanti casi - spiega Roberta Pescarmona, rappresentante dei genitori - L'atteggiamento del Comune è davvero incomprensibile». Dire con esattezza quante siano le famiglie coinvolte è difficile. Ma considerato che nel solo Municipio XV, tra l'altro tra quelli a reddito medio più alto, sono un centinaio i casi riscontrati nelle diverse scuole, si può calcolare in 1.500-2.000 il totale per l'intera città. Solo per le elementari però, dal momento che la stangata arriverà anche agli iscritti delle scuole dell'infanzia. «La scadenza del 31 luglio valeva anche per loro - spiega Alessia Rena, presidente dell'associazione Genitori nidi e materne di Roma - quindi anche le famiglie dei bimbi ammessi con lo scorrimento della graduatoria restano fuori dalle agevolazioni». Una timida apertura, ma senza garanzie, è arrivata da Teresa Zotta, presidente della commissione Scuola. «Stiamo facendo verifiche per vedere se si possono riaprire i termini», ha detto ieri in aula. Per il neo assessore Veronica Mammì, si tratta della prima patata bollente da gestire. Dai suoi uffici spiegano che «sta già affrontando il dossier per studiare possibili soluzioni».

 

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