Covid, mascherine difettose, allerta negli ospedali: «Vanno ritirate subito». Capacità filtrante 10 volte inferiore

Mascherine difettose, allerta negli ospedali «vanno ritirate subito»
di Alessia Marani
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Martedì 13 Aprile 2021, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 09:42

Milioni di mascherine «non conformi» e ritenute «pericolose» destinate agli operatori sanitari di Roma e Lazio. Ieri è arrivato anche alle Asl e agli ospedali capitolini il provvedimento di sequestro della Procura di Gorizia dei dispositivi di protezione individuali dopo che le investigazioni del comando provinciale della Guardia di Finanza hanno già portato al ritiro dal mercato di 65 milioni di dpi in tutta Italia. Si tratta di mascherine che, alle analisi di laboratorio, hanno rivelato una capacità filtrante addirittura dieci volte inferiore rispetto a quella dichiarata in fase di produzione e consegna.

 

Gli Stock

Ma le fiamme gialle sono alla ricerca degli altri 185 milioni di pezzi mancanti, residuali di una fornitura di 250 milioni aggiudicata nella seconda metà dell’anno scorso. Due milioni di mascherine erano state intercettate già a febbraio proprio nella regione Friuli Venezia Giulia, dove erano state date in uso al personale medico, infermieristico e sanitario delle Aziende Sanitarie locali. Ma erano, appunto, non conformi alle normative vigenti. Di lì l’avvio della maxi-inchiesta, per ora contro ignoti. L’ipotesi di reato - al momento - è la “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci Secondo i calcoli, al Lazio, sarebbe stata destinata una buona parte della fornitura “fallata”.

Solitamente alla Capitale e alle altre province viene, infatti, indirizzato circa il dieci per cento delle forniture di mascherine, camici e tute acquistate a livello nazionale. Si parla, dunque, ipoteticamente di oltre venti milioni di pezzi. Una parte sarebbe già stata bloccata e sequestrata nell’ambito dei 65 milioni trovati dai finanzieri nei magazzini e nei centri di stoccaggio nazionale prima che partissero alla volta delle singole destinazioni, ma una percentuale significativa sarebbe arrivata ai luoghi di consegna: ospedali, Asl e Rsa. Da capire, dunque, se e quante partite siano ancora custodite e in distribuzione a medici, infermieri, oss e anche ospiti e degenti delle strutture sanitarie.

I provvedimenti

La Regione Lazio ha ricevuto l’avviso di sequestro da parte della Procura di Gorizia, girato a sua volta alle Asl perché provvedano alla verifica di giacenza dei lotti incriminati. Nel mirino della Finanza sono finiti 12 tipi di mascherine facciali di fabbricazione cinese, FFp2 e Ffp3 con e senza valvola (tra queste: Kn95 Scyfkz, Unech Kn95, Wenzhou Xilian, Wenxin Kn95 e Simfo), il cui coefficiente di penetrazione sarebbe decisamente superiore agli standard previsti. I singoli direttori sanitari adesso dovranno accertarne la presenza in corsia e segnalare le giacenze per l’immediato sequestro e il ritiro. Le indagini della Procura isontina e dei finanzieri del colonnello Antonino Magro mirano anche alla ricostruzione dell’intera filiera che ha portato all’acquisto e alla distribuzione dei dispositivi irregolari.

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Le perquisizioni

I finanzieri stanno acquisendo documentazione e dati informatici presso una quindicina di obiettivi individuati sull’intero territorio nazionale, tra questi gli uffici romani dell’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli Investimenti e lo sviluppo d’Impresa (Invitalia Spa), istituto che provvede alla centralizzazione delle procedure. Presso la sede della struttura del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19, invece, è stata effettuata la notifica del provvedimento di sequestro che ha portato, dunque, ad analogo provvedimento anche nel Lazio. 

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