Roma, ruba lezioni alle colleghe: maestra nei guai

Roma, ruba lezioni alle colleghe: maestra nei guai
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 17 Aprile 2019, 10:43
A scuola si presentava puntuale, spesso in anticipo. Entrava in classe e cominciava la lezione. Storia, geografia, musica, a suo piacimento. E quando le colleghe titolari in quell'ora, di quella classe e di quella materia, si trovavano con la cattedra occupata, non arretrava di un passo. Nessuna lode però per una maestra stakanovista per anni in servizio (tra sospensioni e reintegri) nell'istituto comprensivo statale di via Carlo Alberto Cortina 70. Col suo modo tuttofare creava scompiglio nella scuola e visto che non demordeva, si è ritrovata con una denuncia che l'ha portata a processo davanti a una corte penale. Per due reati: rifiuto di atti di ufficio e interruzione di pubblico servizio. In sintesi: perché si ribellava agli incarichi e faceva saltare l'ora di ginnastica agli alunni. Neanche il fatto di ritrovarsi da un'aula scolastica a una di giustizia ha domato l'intraprendente maestra. Interrogata dal pm Stefano Rocco Fava, ieri, si è difesa così: «Colpa di chi non mi ha dato un mansonario, semmai, io mi sono limitata ad applicare l'orario scolastico dell'anno precedente. E comunque non ho mai ricevuto proteste dirette di colleghe». Affermazioni contestate dall'accusa. In realtà ha sostenuto il magistrato «la vicepreside ha raccontato alla Corte di aver ricevuto segnalazioni da colleghe che si ritrovavano estromesse dalla classe nel loro orario».
LA REPLICA
«Mai saputo. Ha fatto nomi la vicepreside? Non credo proprio», ribatteva lei. Nel capo d'imputazione il pm Erminio Amelio, aveva scritto che l'imputata «nella qualità di insegnante elementare con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso si rifiutava di osservare l'orario di lezione fissato dai dirigenti dell'istituto con un atto del 30 ottobre 2014 e ometteva di firmare i registri relativi alle classi di competenza». Reato commesso da settembre 2014 a febbraio 2015. Periodo in cui avrebbe «impedito agli alunni di praticare le attività motorie turbando così il regolare svolgimento del servizio scolastico secondo la programmazione didattica interna e le direttive ministeriali». «La vicenda - ha tagliato corto il difensore della docente, l'avvocato Alessandro Sammarco - è nata da equivoci e problematiche interne che non hanno nulla a che vedere col penale». Alla base della solerzia inopportuna della maestra, la ribellione all'insegnamento di arte, musica e ginnastica. Puntava a materie più formative. 
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