Guidonia, lo scandalo del cimitero: oltre 200 bare accatastate, 40 morti senza sepoltura da mesi

Guidonia, lo scandalo del cimitero: oltre 200 bare accatastate, 40 morti senza sepoltura
di Luca Lippera
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Mercoledì 25 Agosto 2021, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 10:05

Una ferita a tutta la città. Almeno duecentotrenta corpi, tra vecchie casse di zinco e nuove bare che si sono aggiunte negli ultimi mesi, giacciono senza sepoltura in un seminterrato da girone dantesco sotto la cappella del cimitero di Guidonia. Lo sfregio alla terza città del Lazio è il prodotto dello scontro, nato quattro anni fa, tra l'amministrazione a Cinque Stelle e la società che nel 2013 ottenne la gestione del camposanto. Una storia simile a quella, recente, di Palermo, e alle tante, raccontate centinaia di volte, di Prima Porta a Roma. Con un di più: nel cimitero di Guidonia ci sono ben 2.000 loculi pronti ad essere riempiti ma li si lascia vuoti perché, semplicemente, non ne viene il collaudo tecnico, facendo vincere la burocrazia e chissà che altro.

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Guidonia, lo scandalo del cimitero


La vicenda, ripresa giorni fa su alcuni gruppi internet di zona, ha colpito tantissimi cittadini ed è finita in una sconcertata mozione al sindaco Michel Barbet firmata dalla capogruppo locale di Fratelli d'Italia. «Sul cimitero ci sono stati diversi contenziosi - ammette il vicesindaco Chiara Amati, Cinque Stelle anche lei, in carica dal 2017 - Purtroppo è cambiato il dirigente dell'Urbanistica: è andato a lavorare a Latina. Ora c'è una architetto donna, Cristina Zizzari. Sta studiando la questione. A breve verranno presi provvedimenti».

La vicenda

Ma la vicenda si trascina dal 2017. Il cimitero è alle pendici della collina di Montecelio, il borgo antico simbolo della città, la quale è nata, nella parte moderna, solo nel 1937, durante il Fascismo. Otto anni fa, nel 2013, mentre era in sella una Giunta di Centrodestra, la gestione del luogo finì con un bando pubblico a una società privata, il consorzio Comor, guidata da Vincenzo Morasca. «Il posto è ben tenuto - dice un cittadino - Piantano alberi, puliscono, tagliano le erbacce».

L'impresa ha costruito a suo tempo anche 2.036 loculi e 695 ossari: spazio per i corpi tirati fuori dalla terra e per quelli ancora precedeti. Ma la giunta Barbet fece causa alla società sostenendo che i loculi erano illegittimi da un punto di vista urbanistico. Il consorzio alla fine ha vinto il processo, incluso un passaggio al Consiglio di Stato, ma il collaudo non è mai stato fatto e quindi le casse da morto restano dove sono.

La nuova situazione


Quaranta si sono aggiunte alle vecchie negli ultimi due o tre mesi: persone morte a Guidonia che non hanno la dignità di una sepoltura. «In alcuni casi - ammette un vecchio amministratore della città - c'è anche poco interesse da parte delle famiglie. Magari non esistono più parenti che invochino la sepoltura... Ma non c'è dubbio che sia il Comune a doversi occupare di una cosa così intima che ha a che fare con il decoro collettivo». Giovanna Ammaturo, capogruppo di Fdi nel Comune a est di Roma, ha scritto in un comunicato parole di fuoco contro il sindaco: «Mentre i cadaveri restano sotto la cappella - dice - lui propone di intestare a Gino Strada un ospedale (il futuro ospedale di Tivoli, ndr) che sarà pronto tra dieci anni. Per fare il collaudo basterebbe trovare tre architetti attingendo dagli ordini professionali. La burocrazia insensata va vinta, perché la civiltà dei popoli ha avuto inizio con il culto dei morti e qui la cosa sembra dimenticata». «Sono certa - aggiunge il vicesindaco Amati - che le salme saranno inumate. Oltre al collaudo, servirebbe una procedura urbanistica per rendere utilizzabili i loculi. Il Comune ha dato un imput a risolvere la vicenda attraverso una recente delibera». Guidonia aspetta e ovviamente spera.
 

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