Per chi li ha amati i nostri morti restano vivi, per sempre: nel cuore, nella memoria, nel suono inconfondibile della voce che risentiamo, nella calligrafia dei gesti che ci accompagnano. Accompagnarli dove riposano in pace, l’avvio di quella che si conosce come la vita eterna, rappresenta un sollievo leggero ma utile per tenersi a galla in un mare di dolore. Bene, sapere che quel momento, (certo fatto anche di pratiche burocratiche, di tasse da pagare, di adempimenti vari) non ha più una data, che la sepoltura, l’ultimo congedo è impossibile, che la tumulazione avverrà, chissà quando. Tutto ciò rappresenta un peso aggiunto sul lutto: insopportabile, irricevibile.
In un esemplare servizio per Rai News 24 Paolo Poggio ha mostrato le cataste di bare in attesa di una dimora nel cimitero di Prima Porta: immagini che anche in tempo di pandemia feriscono per la crudezza ed anche per la crudeltà che racchiudono e ci mostrano, impietosamente, una carenza di servizio indecente.
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