Green pass, vigili urbani di Roma lo boicottano: «Non faremo multe». Messaggio choc, regole paragonate al nazismo

Green pass, vigili urbani di Roma lo boicottano: «Non faremo multe». Messaggio choc, regole paragonate al nazismo
di Lorenzo De Cicco
4 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Luglio 2021, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 10:09

Il messaggio è comparso ieri mattina su Whatsapp, nelle chat private di alcuni vigili urbani di Roma: c’è una bandiera nazista tinta di verde. Verde come il Green pass. Non a caso. Nel mirino dei pizzardoni ribelli c’è proprio il lasciapassare vaccinale appena varato dal governo Draghi. Accanto alla riproduzione della svastica, ecco la scritta: «Green pass obbligatorio, lotta perché non accada».

Green pass, i vigili di Roma non faranno multe

Viene subito da chiedersi: con quale lena i caschi bianchi che arrivano a un accostamento così delirante - le regole per scongiurare la quarta ondata del Covid raffrontate a un regime totalitario tra i più sanguinari del Novecento - sanzioneranno poi i cittadini sprovvisti di doppia dose seduti al ristorante al chiuso, o in viaggio, o agli eventi per cui sarà obbligatorio? Nessuna, viene da pensare.

E per chi avesse dubbi, ecco la conferma dalle parole di Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sulpl, il sindacato unitario dei lavoratori della polizia locale. La svastica verde del Green pass campeggia in bella mostra tra le sue “stories” di Whatsapp.

Milani, contattato, rivendica la cartolina digitale a tinte hitleriane. «Il paragone con il nazismo è improponibile? Forse sembrerà improponibile oggi, ma anche quando c’era il nazismo la stessa scienza ti diceva per esempio che l’omosessualità era una malattia e quindi se non ti curavi dovevi metterti la stella gialla. Ora, ottant’anni dopo, la scienza dice cose diverse».

Quindi è davvero convinto che fra ottant’anni qualcuno possa inquadrare il green pass come vediamo il nazismo oggi? «Ma anche fra meno, fra 10 anni». 
Durante la chiacchierata il leader del Sulpl ci tiene a precisare una cosa, forse per mettersi al riparo dal rischio di azioni disciplinari: «Quello che scrivo sui social lo dico da cittadino, non da sindacalista o da vigile, non c’entra nulla».

Ma resta la domanda di prima: se in privato, «da cittadino», si paragona il green pass al nazismo, quando al lavoro toccherà staccare le multe dal libretto, come ci si comporta? «Io farò di tutto per non essere destinato ai controlli sul green pass. Poi stiamo parlando di dpcm, sono solo atti amministrativi, hanno la stessa valenza della doppia fila: puoi fischiare e dire “guarda, spostate” oppure fare la multa. Non c’è obbligo di contravvenzione».

Quanti colleghi la pensano così? «Vedrete il tasso di applicazione delle contravvenzioni per il green pass, sarà nullo. E attenzione: non sono mica no-vax, io sono vaccinato, ma non vaccinerò mai i miei figli. Per tutti i minori dovrebbe essere così, non c’è motivo».

Anche se gli scienziati, dal direttore dello Spallanzani Vaia a Ilaria Capua, dicono l’opposto: per arginare le varianti tocca proprio immunizzare i giovani, che sono il 90% dei nuovi positivi.


LE REAZIONI
Non tutti i caschi bianchi la pensano come il sindacalista del Sulpl, convinto che il Covid sia «un’influenza particolarmente aggressiva». L’Arvu (associazione romana vigili urbani) invita tutti gli agenti a far rispettare le regole. «Compreso il Green pass, a cui siamo pienamente favorevoli, perché solo con i vaccini batteremo il virus», dice il presidente Mauro Cordova. E anche il Comando generale assicura che i controlli ci saranno e che tutti gli agenti dovranno attenersi alle direttive, al di là delle opinioni personali. Altrimenti ci saranno azioni disciplinari. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA