Un bonus per i medici che fronteggiano il Covid a Roma e nel Lazio. Rianimatori, anestesisti, medici in trincea nei pronto soccorso allo stremo, dottori delle Uscar, le unità mobili che si spostano da un capo all’altro della città con le scorte di tamponi, a inseguire il virus che si moltiplica, cluster dopo cluster. La Regione Lazio è pronta a distribuire 18,3 milioni di euro alle truppe di camici bianchi chiamati ad arginare la seconda ondata che, nella Capitale e nelle altre province, ha raggiunto livelli mai visti durante il lockdown. L’incentivo arriva nella fase più delicata dell’emergenza, con i reparti che cambiano pelle, i posti letto si convertono, diventano “Covid”, per allargare la rete più velocemente di quanto corra l’infezione.
Non bastano letti, respiratori, test antigenici e molecolari, non bastano le scorte di ossigeno.
Test negli ambulatori
Novità per tutti i mutuati: per i medici di base sarà obbligatorio fare i tamponi negli studi. Fino ad oggi solo pochi si erano detti d’accordo, tanto la Regione a ottobre aveva raccolto l’adesione di 311 medici volontari, su quasi 4mila ambulatori di famiglia. Ieri però l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ha annunciato che la Pisana recepirà l’accordo nazionale. Tradotto: tutti gli ambulatori dovranno necessariamente attrezzarsi. Anche se per il momento la consegna dei kit non procede spedita. La settimana scorsa, per dire, ne erano stati consegnati 14, sparsi tra Ostia, il Trullo, Monteverde. Serve un’accelerata. «Con l’aumento dei casi d’influenza e dei malanni di stagione - spiega Pier Luigi Bartoletti, segretario romano della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale - il tampone è decisivo per capire rapidamente chi ha il Covid e chi no e indirizzare quindi i pazienti verso le terapie corrette». Nel Lazio ieri sono stati registrati 2.153 nuovi positivi, 336 in meno rispetto al giorno prima, ma con un calo di 2mila tamponi, come sempre avviene quando vengono annotati i dati della domenica. Il rapporto tra positivi e test è del 9%. La regione della Capitale, dicono gli esperti dell’Unità di crisi Covid, ha i numeri per restare nella zona gialla. Per ora.
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