Coronavirus Fase 2, la virologa: «Quest'estate il virus ci darà una tregua, poi si ricomincia»

Stefania Iannazzo
di Alessia Marani
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Martedì 28 Aprile 2020, 11:25
La dottoressa Stefania Iannazzo è la direttrice del Sisp, Servizio di igiene e salute pubblica della Asl Roma 3. In questa fetta di Roma che va da Fregene, Ostia, tutto l'hinterland del X Municipio, fino al Portuense, Magliana, Marconi e Monteverde, con il suo gruppo ha già effettuato 5mila tamponi sulla popolazione. Con gli omologhi delle altre Asl romane, ogni giorno, fa da termometro alla diffusione del contagio.
Dottoressa quando arriveremo a zero contagi?
«Io credo che continueremo ad avere dei casi, di sicuro diminuiranno fortemente quando sarà finito il monitoraggio delle comunità chiuse, ma ritengo che saremo realmente prossimi allo zero solo quando ci sarà il vaccino. L'augurio migliore (sorride, ndr) è di essere smentita».
Come deve essere l'approccio della popolazione alla fase 2?
«Dobbiamo guardare alla fase 2 con ottimismo ma anche con rigorosa prudenza. Per la prima volta, dopo settimane di strade deserte, questo week-end ho visto molte persone in giro. Ma il virus è con noi, non è ancora sotto controllo».
Ci spieghi meglio.
«Le Rsa e le comunità spiegano il fenomeno. Da quando sono iniziati i monitoraggi, sono venuti fuori nuovi casi. Eppure gli ospiti non si muovono, le visite esterne sono state bloccate da marzo. Ma il virus lo abbiamo trovato lo stesso, quindi gira. Poi c'è l'aspetto della virulenza. C'è stato un momento, a marzo, in cui avevamo riscontrato più casi con sintomi lievi e molte meno affezioni respiratorie. Ma ci eravamo illusi, perché poi c'è stato un nuovo picco dei casi acuti. È un virus subdolo contro cui non si può abbassare la guardia».
La vostra Asl sta facendo molti tamponi. Qual è la strategia sulle comunità chiuse?
«Ogni mattina si comincia con una riunione ad hoc. Abbiamo già controllato 77 strutture. La logica di indagine è questa: stiamo facendo i tamponi a tutti gli operatori. Quando scatta un positivo cominciamo a investigare sul link epidemiologico ed esaminiamo anche gli ospiti. Parallelamente, controlliamo che siano rispettate tutte le prescrizioni anti Covid-19 e le normative. Si tratta di una attività fondamentale perché preserva vite umane, i più fragili. I bollettini riferiscono i numeri, noi vediamo persone che sono padri, madri, figli...».
Ostia e Fregene nell'immaginario dei romani in quarantena sono come le Maldive. Si potrà andare al mare?
«Questo virus è troppo poco conosciuto, ma può darsi che quando arrivi il caldo forte, ci dia una tregua e ci faccia trascorrere le ferie estive. Ma poi si ricomincia. Per questo, niente baci e abbracci».
Lei è igienista, dopo una giornata di lavoro al rientro in casa quali cautele adotta?
«Igienizzazioni e sanificazioni devono essere costanti. Quando rientro, ripongo le scarpe su un tappetino vicino alla porta, lavo subito mani, tolgo i vestiti e li metto a lavare, quindi rilavo le mani. Quindi mi faccio una doccia. Bisogna usare buon senso e abituarci a convivere con molte accortezze».
C'è chi pensa che il virus non esista o quasi e chi, invece, è terrorizzato...
«Il senso di responsabilità non è uguale per tutti. Ci sono stati casi di positivi che si sono allontanati da casa, ma anche amministratori di condominio che volevano mettere in quarantena interi palazzi quando non ce n'era bisogno. Bisogna avere buon senso».
 
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