Sotto a chi tocca, allora. Servono geometri e ingegneri per disegnare i progetti, ma anche contabili per spulciare bilanci, documenti di programmazione finanziaria, codicilli degli appalti e affini. E saranno arruolati pure 30 dirigenti.
AGLI SPORTELLI
Sarà rimpolpato l’organico dell’Anagrafe, dove, per dirla con Guzzanti, c’è grossa crisi. Urgono «sportellisti» per smaltire le interminabili code di chi vuole rinnovare una carta d’identità. Operazione banale, ma le attese, negli ultimi tempi, sono lievitate all’inverosimile, fino a 3-4 mesi. Se la trafila è così travagliata è anche perché mancano impiegati per sfornare i documenti. Il concorsone bis, si spera, metterà riparo al problema.
CESOIE IN MANO
Altro settore da rimpinguare è quello dei giardinieri. Erano più di mille dieci anni fa, oggi sono trecento scarsi. Troppo pochi per curare come si dovrebbe parchi, ville e aiuole della città più verde d’Europa, quasi 300mila alberi sparpagliati in 44 milioni di metri quadri di vegetazione. Per i vigili urbani il nuovo concorso dovrebbe arrivare solo nel 2020, considerando che la graduatoria è ancora lunga. Per tutti gli altri aspiranti “comunali”, la caccia all’intramontabile mito del posto fisso partirà tra qualche settimana. La data non è ancora stata fissata, ma «lo faremo presto, entro l’anno, prima dobbiamo smaltire le vecchie graduatorie», spiegano dal Campidoglio, che col delegato al Personale, Antonio De Santis, insieme al sottosegretario grillino alla Funzione pubblica, Mattia Fantinati, si è battuto per prorogare di almeno un altro anno le procedure in scadenza.
Raggi ieri, facendo gli auguri ai “capitolini” ha chiesto «uno scatto». Va detto che non sempre la prospettiva di un posto in Comune ha riscosso i risultati sperati: alla fine del 2017, per dire, Palazzo Senatorio ha provato a ingaggiare 24 contadini per le sue tenute agricole. Il bando però si è rivelato un fiasco: nonostante le «numerose note» spedite ai centri dell’impiego, hanno risposto alla chiamata in 4 e solo in 2, alla fine, hanno messo la firma sul contratto da «operatore agricolo». Lavorare (la terra) stanca.
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