Coordinati dalla Procura di Roma - pool reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti - i finanzieri del II gruppo del Lido di Ostia hanno individuato, attraverso intercettazioni telefoniche e pedinamenti, una rete operante nell'entroterra del X Municipio. La centrale si trovava all'interno di un complesso residenziale, noto per essere un'inaccessibile piazza di spaccio. A gestirla due donne, arrestate, che si avvalevano della collaborazione di persone incensurate che fungevano da «retta», le quali provvedevano alla distribuzione della droga ai singoli pusher. Questi ultimi, organizzati in turni di «lavoro» durante tutto l'arco della giornata, erano incaricati della capillare distribuzione della droga.
Le indagini tecniche hanno consentito di accertare che i pusher utilizzavano sempre la stessa utenza telefonica, e che, una volta contattati dagli acquirenti, attraverso un linguaggio celato, concordavano quantitativi e modalità di consegna dello stupefacente. Lo scambio avveniva in perfetto stile Gomorra. Giunto sul posto, l'acquirente, scortato dalle vedette, veniva accompagnato dal pusher il quale, occultato dietro una grata, effettuava lo scambio. Il traffico illecito, stimato durante tutto l'arco delle attività di polizia, in circa 3 kg al mese, ha procurato ai soggetti ora arrestati ingenti guadagni. Gli edifici popolari, dislocati su quattro lotti principali, erano diventati così un vero e proprio supermarket della droga.
Le indagini, iniziate nei primi mesi del 2015 a seguito di un sequestro sul territorio, sono durate circa due anni.
Gli arrestati sono stati portati nelle carceri di Rebibbia, Regina Coeli e Velletri, mentre proseguono le indagini per la cattura dell'ultimo pusher. Nell'operazione sono stati impegnati quaranta finanzieri del gruppo di Ostia e le unità cinofile antidroga del gruppo di Fiumicino.
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