Una conseguenza è l’abbassamento del livello del lago di Castel Gandolfo di circa sei metri. «Non è possibile – dice Massimo Gargano, direttore nazionale dell’Anbi – andare avanti così. Bisogna ricostruire il regime dei fossi. E’ necessario rinforzare gli argini per contenere la forza delle acque piovane». Nel piano sono previste collaborazioni fra enti locali, protezione civile ed associazioni agricole per il recupero della pioggia. L’Associazione comuni del Lazio ha siglato un’intesa coi Consorzi di bonifica. «Abbiamo – dice Andrea Renna, direttore del Consorzio di bonifica del Lazio – 69 progetti regionali. Vogliamo perfezionare il sistema di manutenzione dei fossi e costruire degli invasi. Non possiamo più sprecare una risorsa importante come l’acqua piovana».
Giuseppe De Righi, segretario dell’Associazione comuni del Lazio, è soddisfatto: «Ci sono stati gravi allagamenti con danni seri ai Castelli. Al Fosso del Pratone di Grottaferrata diverse palazzine sono state inondate fino a quando non è stato sistemato il fosso di Pentima Stalla. Altri allagamenti nel tratto Monte Compatri-Colonna e a via Ginestreto ad Ariccia». Gravi le frane a Castel Gandolfo e Rocca di Papa. Il presidente Gargano sottolinea un altro aspetto. «A causa del dilavamento – dice – e per la forza delle acque piovane sta diminuend lo strato fertile dei terreni. Bisogna evitare il paradosso della desertificazione in una zona che era tra le più piovose d’Italia».
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