«Tornamo coi ferri»: minacciarono i vigili durante gli sgomberi, due mesi ai Casamonica

«Tornamo coi ferri»: minacciarono i vigili durante gli sgomberi, due mesi ai Casamonica
di Marco Carta
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Mercoledì 23 Gennaio 2019, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 08:52

«Forse non avete capito chi semo. Noi tornamo coi ferri (le pistole, ndr)». Si può minacciare di morte il capo dei vigili urbani di Roma. E poi spintonare gli agenti in servizio. Ma riuscire comunque a farla franca, cavandosela con una pena tutto sommato esigua: due mesi e 20 giorni, come accaduto ieri mattina a piazzale Clodio a Vincenzo Spinelli, 33 anni, e Rocco Cerello, 28 anni, membri della famiglia Casamonica. I due erano stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale lo scorso 22 novembre mentre erano in corso le demolizioni al Quadraro delle ville abusive. Insieme agli altri membri della famiglia avevano messo in atto un blocco stradale tra via del Quadraro e via Selinunte. Protestavano contro la decisione del Comune di porre fine all'illegalità diffusa all'interno di uno dei quartier generali del clan, che rimaneva in piedi dagli anni 70 nonostante decine di ordini di abbattimento mai eseguiti.
Per l'occasione avevano anche realizzato alcuni striscioni. In uno denunciavano «La guerra contro un cognome: Casamonica». In un altro prendevano di mira le istituzioni: «Siete un governo razzista e ipocrita». Il clima, quel giorno, è incandescente, sul punto di esplodere. In tante occasioni, la sceneggiata, con le donne e i bambini utilizzati a mo' di scudi umani, aveva dato i suoi frutti. Non stavolta, però. I vigili sono irremovibili. Così come i Casamonica, che di andarsene non hanno alcuna intenzione. Anzi, «invitati a sgomberare la strada, occupata con vetture e ammassi di legna - come si legge nel capo d'imputazione - non ottemperavano all'ordine, usando violenza contro gli agenti». Spingendo e strattonando. Ma anche incutendo terrore: «Forse non avete capito chi semo». Sul posto c'è anche il comandante Antonio di Maggio, intervenuto a presidiare l'area. Ed è lui a ricevere l'affronto più preoccupante: «Tornamo coi ferri». Ossia le pistole, come vengono chiamate nel gergo della mala. Cerello e Spinelli vengono arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Il giorno successivo, gli viene imposto il divieto di avvicinamento all'area: devono stare lontani almeno un chilometro dalle ville del Quadraro. Poi ieri il colpo di scena. Nel corso del dibattimento, con rito abbreviato, il pm d'aula Mario Pesci chiede per entrambi un anno di reclusione. Se la caveranno con molto meno: due mesi e 20 giorni. Praticamente una vacanza.

 
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