LE STRISCE
«Mentre percorreva via Cristoforo Colombo proveniente da viale Marconi e diretto al laghetto dell'eur , sulla corsia centrale - ha scritto il magistrato - per negligenza, imperizia e imprudenza, nonché superando il limite di velocità, investiva il bambino che attraversava la carreggiata». L'indagine alla fine ha escluso la responsabilità del padre del piccolo che in un primo momento aveva rischiato di finire, nonostante il dramma, nel registro degli indagati. Di fatto aveva permesso al figlio di attraversare una strada a grande scorrimento, a venticinque metri dalle strisce pedonali, per di più di sera e senza temere per mano il figlioletto. Gli agenti di Roma Capitale lo avevano sentito dopo i funerali. «Stavamo attraversando la strada per prendere il pullman». Dei testimoni avevano riferito di aver visto il piccolo camminare dietro al padre e non al suo fianco. Quei pochi passi indietro che si sono rivelati fatali. Ma non è stato escluso che il piccolo potrebbe avere rallentato il passo per un attimo appena si è reso conto che la macchina lo stava centrando.
LE TESTIMONIANZE
Subito dopo l'investimento il giovane automobilista, e i due passeggeri che viaggiavano con lui, si erano precipitati per cercare e prestare i primi soccorsi. Le condizioni del bambino però erano apparse subito disperate. «Viaggiavo a 70, massimo 80 chilometri orari - ha raccontato l'automobilista - il verde del semaforo era scattato. Superato l'incrocio con viale Europa mi sono ritrovato di fronte un ragazzino che attraversava. Non ho fatto in tempo a evitare pure il bambino, il fratello. E' stato un incubo». Secondo la ricostruzione del perito effettivamente l'automobilista guidava sui 70 km orari, venti chilometri in più rispetto alla segnaletica nel tratto. Per giorni la comunità romena si era stretta attorno alla famiglia. La gravità delle lesioni purtroppo, però, sin da subito avevano lasciato poche possibilità. Gli uomini della polizia municipale di Roma Capitale, comandati da Antonio Di Maggio, hanno ipotizzato che il giovane al volante sia stato tradito da una svista e non ha avuto la prontezza di arrestare la marcia, di evitare l'impatto.
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