Sanità, nuove sedi per la Asl di Roma e più assistenza domiciliare

Con i fondi saranno attivate nella "Roma 1" 7 centri, 25 case della salute e un ospedale

Sanità, nuove sedi per la Asl di Roma e più assistenza domiciliare
di Francesco Pacifico
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Martedì 22 Febbraio 2022, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 07:19

Apparecchiature all'avanguardia tra bracci meccanici per le chirurgie e scanner tomografi assiali per Tac e Pet. Poi nuove centrali operative per aiutare (e smistare) meglio i malati, presidi per le cure di prossimità come case e ospedali di comunità. Oltre all'obiettivo «di portare gli assistiti in Assistenza domiciliare integrata a quota 127mila». Su quasi 700 milioni di euro complessivi, 40 saranno destinati alle strutture e ai pazienti dell'Asl Roma 1, quella che comprende Municipi della Capitale molto popolosi come il I, il II, il III, il XIII, il XIV e il XV. Tra l'altro in zone dove sono collocati importanti strutture come il Policlinico Umberto I, il Santo Spirito in Sassia o il San Filippo Neri.
Spiega l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato: «Abbiamo un'occasione importante per mettere a terra i finanziamenti del Pnrr e raggiungere la riduzione delle disuguaglianze nell'accesso ai servizi». D'Amato ieri ha presentato gli interventi per la Roma 1 e ha sottolineato che bisogna dare continuità anche con queste risorse al lavoro fatto durante il Covid.

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«Il Lazio - ha spiegato - per ciò che ha fatto durante la pandemia viene visto come un modello».

In quest'ottica ora l'obiettivo è rafforzare l'assistenza sanitaria a domicilio, anche con le nuove strutture di prossimità come case di comunità e centrali operative territoriali. «Bisognerà procedere - ha aggiunto l'assessore - anche con uno sforzo di digitalizzazione del sistema. Dopo esser diventati la prima Regione italiana per dosi e dosi booster adesso abbiamo missione nuova».

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LA LISTA
Guardando agli interventi finanziati nella Roma 1 con il Pnrr, c'è l'attivazione dei 7 centrali operative territoriali, la creazione di 25 case della comunità e un ospedale di comunità. Cioè presidi destinati, da un lato, a rafforzare l'attività ambulatoriale e dall'alto a curare i malati meno gravi, evitando loro il trasferimento negli ospedali per acuti. Superano invece 8 milioni di euro i fondi per acquistare apparecchiature elettromedicali all'avanguardia per offrire diagnosi migliori e ridurre l'impatto sui pazienti.
 

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