No-vax, pronto l'esposto dei medici di famiglia: «Oltre 100 minacce ricevute»

Michele Fiore (a sinistra)
di Renato Vigna
3 Minuti di Lettura
Domenica 20 Febbraio 2022, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 15:04

Oltre 100 tra ingiunzioni, minacce e lettere minatorie. Sono quelle che i medici di famiglia di Viterbo e di Roma hanno ricevuto nelle ultime settimane da parte di assistiti no-vax che, con motivazioni tra le più svariate, pretendevano un’esenzione, la prescrizione di esami propedeutici alla somministrazione o la garanzia che, sottoponendosi al vaccino, non avrebbero avuto alcun effetto collaterale. Proprio quelle missive sono alla base dell’esposto che l’avvocato della Fimmg, il sindacato di categoria, depositerà alla Procura della Repubblica della Capitale.
“Tutto il procedimento – ricorda Michele Fiore, segretario della Fimmg provinciale – è partito dalle intimidazioni arrivate ai colleghi della Tuscia e portate all’attenzione dell’opinione pubblica, oltre che della federazione. Quello che chiederemo è di valutare se nelle richieste non sia possibile ravvisare ipotesi di reato, ovvero minacce verso i medici per minare la libertà di prescrivere secondo scienza e coscienza”.

Mentre quindi la categoria ricorre alle vie legali contro i no-vax – “Da quando abbiamo annunciato l’esposto, le minacce sono drasticamente calate”, aggiunge Fiore – prosegue la campagna vaccinale. Quello che emerge dagli ultimi dati è un’adesione proporzionale all’età: “Più si va avanti anagraficamente – spiega – maggiore è il tasso di copertura. Dai 60 anni in su, il 90% ha già completato il ciclo (ovvero ha le due dosi, ndc) e più dell’85% ha il booster.

Sotto i 60, ma soprattutto sotto i 50, la terza dose è invece solo al 70%”.

Ma quanti sono i viterbesi che ancora mancano all’appello? Secondo le stime dei medici di famiglia, sono 40mila gli assistiti che non hanno ottenuto nemmeno una dose. Ma tra di loro non tutti sono no-vax. “Molti, circa il 70% – spiega il dottore – hanno meno di 12 anni, la fascia d’età per la quale la vaccinazione è partita più tardi”. Poi, ci sono gli esentati.

Dai primi di febbraio, le esenzioni vaccinali vanno rilasciate solo dai medici di famiglia vaccinatori. Spettano a una serie di categorie stabilite dal ministero della Salute quali donne nel primo trimestre di gravidanza, pazienti che si sottopongono a terapie particolari o affetti da allergie. “Ma chi ne ha diritto – continua Fiore – è una fetta davvero limitata. Tra i miei 1.500 assistiti nessuno vi rientra. Al massimo, sono un paziente su mille”. Su carta, dovrebbero anche essere istituite delle commissioni ad hoc presso le Asl per valutare i singoli casi.

Ma Fiore punta il dito su un altro aspetto: “Finita l’emergenza Covid, esploderà quella dei medici di famiglia. Le deroghe sono state concesse a causa dello stato di emergenza. Terminato quello – conclude – in provincia molti ambulatori resteranno scoperti”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA