Ancora una manciata di ore, prima di conoscere chi sarà chiamato a guidare Lazio e Lombardia per i prossimi cinque anni. Urne aperte domani, domanica 12 febbraio, dalle 7 alle 23, e lunedì 13 dalle 7 alle 15. Poi comincerà lo spoglio: vince chi prende un voto in più, senza ballottaggio.
Qui Lazio
A sfidarsi saranno cinque candidati governatori nel Lazio, quattro in Lombardia.
Il primo gode del sostegno del centrodestra unito (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, ma anche Civica per Rocca, Noi Moderati e Udc). Ex presidente della Croce rossa italiana, 58 anni, Rocca è avvocato penalista, ed è stato manager e commissario nell'ambito della sanità, prima di approdare alla guida della Croce Rossa. Anche Alessio D'Amato, 55 anni, si è occupato a lungo di Sanità: negli ultimi cinque anni ha guidato l'assessorato alla Salute nella giunta di Nicola Zingaretti, schierato in prima linea nella lotta al Covid e nell'organizzazione della campagna vaccinale. Lo sostengono Pd, Terzo polo, Psi e Verdi, oltre a Demos, Più Europa e Lista civica D'Amato.
Viene dal mondo del giornalismo e della tv invece Donatella Bianchi, 59 anni, già conduttrice di Linea Blu su Rai 1 e presidente del Parco delle Cinque terre: è in campo per il Movimento 5 Stelle e Polo progressista. Chiudono il cerchio Rosa Rinaldi, ex sindacalista schierata da Unione popolare, e Sonia Pecorilli, infermiera, in lizza per il Pci.
Qui Lombardia
Quattro i candidati in Lombardia. Attilio Fontana, 70 anni, governatore uscente espressione della Lega, gode del sostegno di tutto il centrodestra. A sottrargli la poltrona di presidente ci prova Pierfrancesco Majorino, eurodeputato del Pd, 49 anni: oltre ai dem lo sostiene il Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Il Terzo polo mette in campo invece la candidatura di Letizia Moratti: 73 anni, già sindaca di Milano, presidente Rai e ministra dell'Istruzione, è stata fino a qualche mese fa numero due della giunta Fontana, in quota "tecnici". Completa il quadro Mara Ghidorzi, 41 anni, candidata al Pirellone da Unione Popolare.
Come si vota
Per votare, come sempre, bisogna portare con sé alle urne un documento di identità e la tessera elettorale. La modalità di voto, tuttavia, è in parte diversa da quella prevista per le Politiche. Sia nal Lazio che in Lombardia, infatti, l'elettore ha quattro possibilità. Si può tracciare una croce sul nome del candidato presidente prescelto (e in questo caso il voto si estende proporzionalmente anche alle liste che lo sostengono). Oppure si può mettere una croce sulla singola lista (e in questo caso il voto si estende al candidato presidente collegato).
Ma è anche possibile tracciare due croci, sia sul candidato presidente che su una delle liste a lui (o a lei) collegate. Ultima possibilità è quella del voto disgiunto: Croce sul nome di un candidato presidente, seconda croce su una delle liste a esso non collegate. In questo caso, l'elettore esprime la propria preferenza per il governo della Regione, ma allo stesso tempo premia una lista che non lo sostiene per il Consiglio regionale.
Non è tutto. Sotto il simbolo della lista prescelta, l'elettore può anche esprimere fino a due preferenze, scrivendo il nome del candidato che desidera venga eletto in Consiglio regionale. Nel caso di due preferenze, devono essere di sesso opposto: uomo-donna oppure donna-uomo, pena l'invalidità della seconda preferenza.
Chi vince?
Vince il candidato presidente che ottiene un voto più degli altri, dal momento che non è previsto il ballottaggio. Per garantire la governabilità, sia nel Lazio che in Lombardia sono previsti premi di maggioranza. Nel Lazio, ad esempio, se un candidato ottiene meno di 30 seggi in Consiglio (ossia il 60% del totale), il premio consiste nell'attribuzione dei seggi mancanti, fino a un massimo di dieci. In Lombardia, invece, al vincitore sono assegnati almeno 44 seggi se ottiene meno del 40%, almeno 48 se conquista più del 40%.
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