Ambulanti Roma, via il suk da Cola di Rienzo: la Raggi sfratta le bancarelle

Ambulanti, via il suk da Cola di Rienzo: la Raggi sfratta le bancarelle
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 30 Aprile 2021, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 09:49

«La delibera è pronta. Manca solo il via libera degli uffici», racconta Andrea Coia, l’assessore al Commercio del Campidoglio. La sindaca Virginia Raggi ha deciso di “commissariare” il Municipio del Centro storico pur di sfrattare le bancarelle da via Cola di Rienzo, boulevard delle griffe e degli aperitivi, invaso da anni dai trespoli di mutande e vestiti a poco prezzo, una bruzzaglia di tendoni e pedane accanto alle vetrine, che trasforma il passeggio in una camminata a ostacoli. Del trasloco delle bancarelle in un’altra via si parla da almeno un quinquennio, l’operazione è stata sollecitata soprattutto dai residenti, arcistufi dello slalom tra i banchetti, che spesso e volentieri si allargano, occupando quasi tutto lo spazio per i pedoni.

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STOP & GO

Cosa ha frenato finora la “delocalizzazione”? Raggi, nell’intervista di ieri al Messaggero in risposta all’occupazione del Raccordo anulare da parte degli ambulanti, ha spiegato che c’è un intoppo procedurale, che per trasferire le postazioni tocca indicare e approvare una nuova area, compito che spetta alla giunta del Centro. «Ma abbiamo incontrato molta resistenza – ha detto la sindaca – Per questo sono pronta a “commissariare” il I Municipio, come avvenuto per piazza Vittorio».

Per Raggi, «il suk sui marciapiedi, con i banchi che non permettono il passaggio nemmeno di una mamma col passeggino, va contrastato». Ecco allora la mossa, che segue di 24 ore la mobilitazione sguaiata degli urtisti sul Gra, occupato da pedane e gazebo, con la paralisi del traffico all’ora di punta, per protestare contro la messa a gara delle licenze, come prevedono le norme Ue. Gli uffici del Dipartimento Commercio di Roma Capitale hanno già buttato giù la bozza del provvedimento di sfratto da via Cola di Rienzo, l’atto è stato “vistato” dall’assessore Coia e attende l’ultimo check dei tecnici per poter arrivare in giunta per la votazione finale.

LA QUERELLE

Sabrina Alfonsi, la minisindaca della “City” (Pd), naturalmente vede l’operazione di malocchio: «Non si può arrivare alla delocalizzazione nel momento in cui le licenze degli urtisti non sono state prorogate e quindi non hanno titolo.

C’è prima quella questione da risolvere». Secondo Alfonsi non si può parlare di “commissariamento” del Municipio, cioè dell’uso dei poteri sostitutivi da parte del Campidoglio per sciogliere l’impasse. «I poteri sostitutivi - dice la presidente del I distretto - non sono mai stati applicati, nemmeno per piazza Vittorio, e il “commissariamento” di un organo eletto è un istituto inesistente». 

A sentire l’assessore Coia invece «lo spostamento dei posteggi non c’entra nulla con la messa a bando delle licenze in nome dei principi della libera concorrenza». Per il titolare del Commercio comunale, è una questione di decoro urbano, tocca «mettere fine allo spettacolo indecente che va avanti da anni in una delle vie più commerciali di Roma, pregiudicando anche la sicurezza dei cittadini sui marciapiedi». I botta e risposta tra Comune e Municipio vanno avanti da mesi, ora Palazzo Senatorio tenta il dribbling burocratico per portare a dama il trasferimento dei posteggi. «Nessuno perderà il banco - dicono in Campidoglio - ma lavoreranno in un posto più adatto». Senza rischi per mamme e passeggini.
 

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