Roma, colta da malore in un negozio: i passanti chiamano il 118 e attendono insieme a lei l’arrivo dei soccorsi

La disavventura per una donna pochi giorni prima delle feste di Pasqua. La 57enne è stata trasportata in ospedale in codice azzurro, sottoposta ad accertamenti clinici e dimessa con una diagnosi di forte gastrite

Roma, colta da malore in un negozio: i passanti chiamano il 118 e attendono insieme a lei l’arrivo dei soccorsi
di Alessia Perreca
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Venerdì 5 Aprile 2024, 11:24 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 11:56

Era entrata in un negozio nel quadrante nord della Capitale a scegliere un regalo per una sua amica che avrebbe dovuto incontrare successivamente. Una volta giunta in cassa sono iniziati i primi sintomi: vista annebbiata, sudorazione fredda e senso di svenimento. «Ho cercato un bagno, ma l’unico disponibile era a cinque metri dal negozio all’interno di un ristorante. Come un razzo sono uscita e mi sono dovuta appoggiare alla grata di un portone e gridare «aiuto», racconta Francesca (ha chiesto di mantenere l’anonimato) a "Il Messaggero".

Cosa è successo

La disavventura si è verificata qualche giorno prima delle festività di Pasqua. Alla richiesta di aiuto della donna - dopo il malore - hanno risposto in tanti: «I passanti e anche i negozianti sono venuti a soccorrermi.

Hanno chiamato il 118 e non mi hanno lasciata nemmeno per un istante. E’ stato un gesto bello che rappresenta lo spirito bonario, collaborativo e solidale del vero romano».

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La donna è stata trasportata in codice azzurro presso il policlinico Umberto I per accertamenti. «Mi hanno sottoposta più volte a diversi esami del sangue e il giorno di Pasqua sono uscita con una diagnosi di forte gastrite dovuta a un uso eccessivo di antinfiammatori». La donna ha poi ringraziato “pubblicamente” attraverso un post coloro che sono accorsi in suo aiuto. «Sono episodi che accadono ovunque e possono succedere anche in quelle zone e angoli delle città dove passano solo macchine e nessuno può aiutarti. Conosco bene Roma come altre realtà, ma nella Capitale le persone sono generalmente aperte verso l’altro. Se non lo fanno, la responsabilità non è da attribuire alla città, ma in generale a una società abbastanza disumana. Le belle persone sono ovunque e vanno oltre il confine geografico».

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