Roma, il Parco della Torricella modello per le scuole grazie all’impegno di Stefano e Lorenzo, ma la proprietà resta ancora privata

Panchine e taglio dell'erba, la storia

Parco della Torricella
di Giulia Banfi
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Domenica 7 Maggio 2023, 09:24

La storia di riqualificazione del parco della Torricella, zona Serpentara-Nuovo Salario a Roma, è entrata nel cuore di molti, soprattutto dei residenti che hanno visto una vera trasformazione grazie al costante impegno di Stefano Vajda e Lorenzo Miglionico. Una storia intergenerazionale giunta sotto i riflettori proprio per l’insolita età dei due protagonisti: Stefano ora di anni 83, in pensione dopo aver svolto la professione di odontotecnico, è il custode del parco insieme al giovane Lorenzo di anni 18 che grazie a questa area verde potrebbe aver scoperto la sua passione professionale per il futuro.

“Sto pensando davvero di avviare la mia carriera da giardiniere – ci dice in un’intervista Lorenzo – grazie a Stefano e a questo parco ho scoperto una passione per puro caso. L’amicizia tra me e lui è nata circa tre anni fa, quando io ero in terzo liceo, ora sto terminando i miei studi. Credo di aver sempre avuto la passione per le piante. Fin da bambino curavo le piantine presenti a casa di mia nonna sul balcone. Poi sono passato al parco.”

 

Una conoscenza insolita tra i due custodi, come ci racconta Lorenzo: “Avevo notato la cura del parco, ma non conoscevo chi se ne prendesse cura.

Anch’io volevo fare la mia parte, quindi con altri amici un giorno abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e sistemare dei vasi trasandati. Ad un certo punto si è presentato Stefano un po’ arrabbiato perché pensava stessimo rovesciando fuori la terra per un dispetto. Ci siamo chiariti e da lì è iniziata la nostra amicizia”.

Dal taglio dell’erba, alla cura delle piante, alla realizzazione di panchine e altri lavori, i due custodi sono ormai diventati un modello di condivisione e cittadinanza attiva che fa arrivare in visita anche le scuole, come gli studenti dell’Istituto Caterina Cittadini, accompagnati dalla preside e dai docenti: “È stata un'iniziativa bellissima perché ha avvicinato molti bambini a questa realtà. Ci hanno riempiti di domande, erano molto curiosi. Secondo me questi sono insegnamenti utili da integrare in materie tipo educazione civica, che anche io faccio a scuola. Da questi si può prendere tanta ispirazione, si apprende il rispetto e ci si sente parte del territorio”.

Un modello di condivisione non solo di conoscenze agricole, ma anche digitali. Proprio Lorenzo ci racconta un simpatico episodio avvenuto in occasione della raccolta fondi per l’acquisto di un nuovo trattorino: “Io volevo avviare la raccolta anche online, non solo tra i residenti, ma attraverso siti che permettono di raccogliere fondi in base alla tua causa. Stefano però che non è molto esperto di queste cose non credeva nella buona riuscita, anzi mi diceva “ma chi ti paga se neanche ti conoscono”. Allora gli ho mostrato come funzionano queste cose e alla fine ha capito anche lui”. Insomma, uno scambio reciproco di competenze che potrebbe davvero diventare un modello replicabile anche in altri contesti.

Ma perché il parco ha bisogno del lavoro di volontariato per la sua manutenzione? A chi spetterebbe questo lavoro? Lorenzo ci spiega che non è “colpa” del comune se l'area prima non era sistemata, perché la proprietà del parco è privata. Anzi, loro hanno cercato di ottenere su carta la gestione andando a parlare proprio con il presidente del Municipio III, di cui fa parte l’area, ma l’amministrazione non può far nulla.

“La proprietà del parco è privata e senza previsioni di acquisizione. Una buona parte di esso rientra nel P.R.U (piano di recupero urbano) di Fidene-Val Melaina, in cui era previsto un intervento privato su area privata all’interno del PRU. Ma questo intervento non è mai stato realizzato, né mi pare di capire ci sia la volontà” -ci spiega Matteo Pietrosante, Assessore ai Lavori Pubblici, Mobilità, attuazione Urbanistica e Politiche Giovanili del III Municipio di Roma.

Ciò che doveva essere costruito secondo il PRU, è stato costruito: “Ci sono dei percorsi finali -spiega nel dettaglio l’assessore- alcuni interventi in cui si aspettano le opere pubbliche, ma quell’area non è mai stata presentata nella progettazione definitiva-esecutiva. Il nodo principale è che il parco rientra in un’area privata, non è né all’interno di una convenzione in cui si prevede di passarla al comune, né di altro. Mi piacerebbe prevedere una progettazione pubblica sull’area, ma purtroppo al momento non si può fare nulla”.

Il parco della torricella di proprietà del Gruppo di Bonifaci, fallito tra il 2018 e 2019, è dunque sempre rimasto in bilico tra una proprietà privata e l’amore e l’impegno dei volontari Stefano e Lorenzo, insieme ad altre associazioni e i residenti che si spendono per il parco. Una storia insolita che ha però fatto incontrare la passione di un signore, che dopo la pensione ha deciso comunque di spendere il proprio tempo per il suo territorio, e la volontà di un ragazzo che ha probabilmente scoperto la sua passione grazie alla condivisione e al rispetto del territorio.

Foto: Alessandro Miglionico

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