Un amico spaventato che non lo sentiva ormai da giorni era andato a cercarlo. È grazie a lui che è stato trovato alle 23 dello scorso lunedì, il corpo di un senzatetto tunisino di 39 anni, sotto al cavalcavia della Tangenziale all’angolo con via Livorno. Quando i carabinieri della compagnia Nomentana, insieme ai colleghi della Settima sezione Nucleo Investigativo per i rilievi, sono arrivati sul posto, non hanno potuto fare altro che costatare il decesso. Dai primi accertamenti non ci sono segni di violenza sul corpo del senza fissa dimora, come confermato anche dagli operatori sanitari che hanno portato via la salma. Nei prossimi giorni, all’Istituto di medicina legale di piazzale del Verano, verrà eseguita l’autopsia. Intanto si fanno sentire i residenti e i commercianti della zona. «È terra di nessuno», dicono, denunciando la mancanza di controlli nel sottopassaggio.
Roma, cadavere trovato nell'intercapedine di un cavalcavia sulla Nomentana: l'uomo aveva 39 anni
IL RITROVAMENTO
Non è ancora possibile stabilire il giorno del decesso ma, dato l’evidente stato di decomposizione, probabilmente l’uomo era morto da diversi giorni.
L’IRA DEI RESIDENTI
Il luogo del ritrovamento, il cavalcavia di Circonvallazione Nomentana, all’angolo con via Livorno - strada che porta nella più conosciuta piazza Bologna - crea da diverso tempo non poca preoccupazione negli abitanti della zona. Molto vicino al centro abitato e a diversi esercizi commerciali, fino a poco tempo fa era indispensabile come sottopassaggio per arrivare da una parte all’altra della tangenziale a piedi, quindi era più controllato. Ma, spiega una residente che in quella zona ci abita da 30anni, «è lasciato nel degrado più totale da quando hanno fatto i lavori». «Prima - continua la donna - c’erano più controlli perché le persone erano obbligate a passarci, ma da quando hanno fatto il semaforo sulla strada, è diventato una discarica». Non solo un luogo caldo e riparato in cui rifugiarsi la notte. Un altro residente ci tiene a sottolineare come le persone che si ritrovano lì sotto siano soprattutto «ubriaconi, drogati, gente che deve nascondersi». «Ci vanno a fare i bisogni, d’estate c’è una puzza incredibile, - continua l’uomo - poi ogni tanto vengono a pulire ma dura poco, ci tornano subito». Si tratta, come ha spiegato, di «gente che viene dalla stazione (Tiburtina, ndr), soprattutto stranieri che vanno a passare la serata li». Addirittura, per un lungo periodo, sembrerebbe ci abbiano abitato anche tre rom. «C’è da avere paura a passarci», ha dichiarato Laura, 52 anni, che abita proprio in uno dei primi palazzi di via Livorno.
I COMMERCIANTI
Non meno preoccupato - ma anche arrabbiato - è chi nella zona ha esercizi commerciali. «Il problema è che manca qualcuno che li manda via. È vero, dormire per strada non è un crimine ma se poi mia figlia passa e magari quello è ubriaco e la aggredisce? Il crimine lo devi prevenire», dice Antonio, impiegato in un negozio a pochi passi dal cavalcavia. Diversi i tentativi di porre rimedio a questa situazione. «Abbiamo contattato qualsiasi tipo di autorità», spiega il titolare di un’altra attività. «Il degrado è totale, facciamo segnalazioni continue ma nessuno interviene. C’è di tutto lì sotto. Non sappiamo più cosa fare», aggiunge disperato. Fino all’amara consapevolezza: «È la terra di nessuno».