È stato il forte odore di cannabis che proveniva dalla villa ad attirare l'attenzione delle forze dell'ordine e a permettere di scoprire la piantagione - di 450 piante di marijuana in fiore e 250 bulbi - che veniva coltivata in una villa di Sacrofano, a nord di Roma. A finire in manette, la scorsa settimana, due trentenni di origini albanesi. L'arresto, che è stato poi convalidato dal gip di Tivoli, è stato effettuato dalle Fiamme gialle del 3° Nucleo operativo metropolitano di Roma. I due si trovano ora in carcere in attesa del processo, con l'accusa di coltivazione illecita di sostanze stupefacenti. Ma la quantità di piante rinvenute e l'attrezzatura ritrovata in casa per la coltivazione fanno pensare che dietro i due arrestati ci sia un'organizzazione ben più ampia.
L'INTERVENTO
Durante un pattugliamento della zona, i finanzieri si erano accorti del forte odore che proveniva dalla villa.
Non solo, era stato allestito un vero e proprio laboratorio per la coltivazione della cannabis, attrezzato con sofisticati impianti di areazione, irrigazione e illuminazione, strumentazione varia (trasformatori, lampade, ventilatori, filtri d'aria e aspiratori) utile a riprodurre artificialmente le condizioni ambientali ideali per la crescita delle piante, oltre a fertilizzanti e prodotti chimici. L'odore, che già si sentiva dall'esterno, all'interno era quasi insopportabile, tanto da rendere difficili ai finanzieri le operazioni di sequestro della sostanza. Arrestati in flagranza di reato, la Procura della Repubblica di Tivoli ha chiesto per i due trentenni la convalida dell'arresto e la custodia in carcere, accolte poi dal gip. Andranno quindi entrambi a processo con l'accusa di coltivazione illecita di sostanze stupefacenti.
LE IPOTESI
Una coltivazione tanto vasta e così ben organizzata che fa sorgere negli inquirenti il dubbio che dietro i due giovani possa esserci qualcun altro ben più esperto. Magari qualcuno - si ipotizza - che tenta di sfruttare le zone limitrofe di Roma per poi potere vendere la sostanza a una grande fetta di mercato. Infatti, da una stima della quantità di piante di marijuana rinvenute, è emerso che produrrebbero più di 100 chili di sostanza stupefacente ogni mese e mezzo. Inoltre, il quantitativo di THC contenuto nelle piante arriva fino al 25-27%. Una percentuale altissima, che permette un consumo minimo con un «effetto da sballo» molto importante.Altro campanello d'allarme - che fa pensare ci sia dietro ai due un'organizzazione ben più grande - è stato l'impianto di areazione di cui era dotata la sala hobby della villa, con tubi di grandi dimensioni, come quelli presenti nelle aziende. Un impianto, dicono le fiamme gialle, da oltre 50mila euro.