Roma, nei locali incassi giù del 20%. Meno famiglie al ristorante, ma calano anche i turisti

Inflazione e crisi frenano i consumi. Nei supermercati i pasti “low cost”. E i gestori propongono una serie di sconti grazie all’iniziativa del governo

Roma, nei locali incassi giù del 20%. Meno famiglie al ristorante, ma calano anche i turisti
di Giampiero Valenza
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 10:00

Gli esercenti sono convinti che l’inflazione abbia costretto i romani a casa. Quindi, niente più pranzetto fuori con la famiglia: costa troppo. E così al calo di turisti di gennaio, a peggiorare le cose c’è anche l’aumento del costo della vita. Tra bollette e spese dei figli, diventa sempre più difficile andare al ristorante in quattro. Sergio Paolantoni, presidente di Fipe-Confcommercio Roma, spiega che la riduzione dei posti occupati tra i tavolini di ristoranti e trattorie della Capitale è causato da questo mix infausto tra calo del turismo e maggior costo della vita. «Speriamo in una situazione diversa in primavera - prosegue - A gennaio abbiamo avuto una minore affluenza turistica e un minor afflusso nei ristoranti, almeno del 15%. È un trend che vediamo dal termine delle festività di Natale». E nel mezzo della settimana, a pranzo, si arriva a una riduzione anche del 20% rispetto ai momenti d’oro dei picchi che si sono visti la scorsa estate.

Jaime e Beatriz sono una coppia di turisti spagnoli. Lui ha 28 anni, lei 27. Escono da un supermercato dalle parti del Pantheon con un paio di panini e due lattine. Fanno una spesa velocissima prima di tornare a visitare il Centro Storico. «Preferiamo fare così e saltare il pranzo - dice lui - Il costo di due piatti di pasta è un po’ troppo alto per noi da fare in cinque giorni di vacanza».

Scelgono questa formula per non farsi ammaliare da un piatto di carbonara che ormai viaggia dai 14 ai 16 euro. «Non è solo una questione di prezzi, ma anche di tempo - aggiunge lei - Non possiamo stare a tavola più di due ore perché tra servizio e altro alla fine è sempre così. Lo abbiamo fatto i primi due giorni, al terzo comincia a essere un po’ oneroso». Alla carbonara, dunque, si preferisce il panino con la porchetta, il salame affettato al momento, il prosciutto tagliato a mano. E i ristoranti ne soffrono perché i tavoli, in questo periodo, sono più vuoti. Lo dimostra il fatto che è molto più semplice prenotare un posto per un pranzo in Centro all’ora di punta, senza il sovraffollamento che si è visto negli scorsi mesi. 

L’OCCASIONE

Gli esercenti romani hanno aderito a un’iniziativa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per dar modo alle famiglie di poter andare al ristorante pagando un minor prezzo. Si tratta di “Aggiungi un posto a tavola”, con le imprese che propongono sconti infrasettimanali, un menù dedicato per i bambini e piatti del territorio per stimolare i consumi non solo quando ci sono meno clienti al ristorante ma anche per invogliare le famiglie a uscire di casa. «Sono promozioni che vanno incontro alla clientela per evitare che perdano un momento di socialità», dice il presidente di Fipe-Confcommercio Roma. 

Ad aderire all’iniziativa, nel Lazio, sono in 252. La stragrande maggioranza (202) è tra Roma e provincia. Tra i locali più celebri e blasonati che hanno scelto di partecipare, ci sono Palombini all’Eur, Angelino ai Fori in largo Corrado Ricci, lo Scoglio di Frisio in via Merulana. Abissale è la differenza di partecipazione con le altre province del Lazio: a Latina hanno aderito 19 attività, a Frosinone 16, nove a Viterbo, 6 a Rieti. Si tratta, principalmente, di marchi di grandi catene del fast food che, a livello nazionale, hanno scelto di partecipare all’iniziativa del governo.

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