La crisi dell'ortofrutta: calano i prezzi all'ingrosso ma i consumi si riducono. Crollo di vendite per broccoli, zucchine e arance: - 20%

I prezzi non scendono nella parte finale della filiera, cioè nella vendita al dettaglio

La crisi dell'ortofrutta: calano i prezzi all'ingrosso ma i consumi si riducono (-20%)
di Francesco Pacifico
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 13:46

L'anno si apre a Roma con un calo (ma solo in fase di produzione e distribuzione) delle quotazioni di frutta e verdura: in media del 5 per cento rispetto al mese precedente. Contemporaneamente - e il dato fa più rumore - si registra un crollo dei consumi di broccoli, zucchine o arance: - 20 per cento. Anche perché i prezzi non scendono nella parte finale della filiera, cioè nella vendita al dettaglio.

Guardando, per esempio, i listini del Centro agroalimentare romano (Car), si registrano una diminuzione dei prezzi delle zucchine costolute del 15 per cento, delle arance tarocco del 22,45, dei cavoli-broccoli del 31 per cento, dei pomodori a grappolo del 6,5, del cavolfiore romanesco del 55 per cento. Stabile il carciofo romanesco, crescono invece in fase di distribuzione le melanzane monostrato (+12,90 per cento) e i peperoni quadrati gialli. Prodotti questi ultimi non certamente di stagione. Questo lo scenario che offre il Car, il polo commerciale più grande d'Italia e uno dei maggiori nel settore a livello europeo.
Non diversa la tendenza al ribasso che registra l'Ismea (l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) sulle piazze romane: i prezzi alla distribuzione dei cavolfiori nazionali, sempre rispetto al mese di dicembre, segnano un calo del 13,3 per cento, gli spinaci ricci del 11,8, della zucchine da serra non romanesche del 6,7.

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IL CARRELLO

Per la cronaca, questo calo dei prezzi è ancora lontano dal riassorbire la crescita delle quotazioni del cosiddetto carrello della spesa, dove il tasso di inflazione ha segnato a fine 2023 un +9,7. Soprattutto, va ricordato che il dato di gennaio sconta una certa sottovalutazione, perché segue il boom di vendite che si ha per il Natale. Detto questo, se nella distribuzione romana i pomodori a grappolo segnano un calo del 6,5 per cento, su scala nazionale c'è un aumento quasi del 3. In controtendenza a gennaio rispetto alla Capitale, sempre nelle altri parti d'Italia, i broccoli che hanno mantenuto all'ingrosso i costi di dicembre o le zucchine lisce (+35 per cento). Senza contare che erano almeno sei mesi che non c'era, per quanto riguarda il mercato capitolino, un'inversione
Fabio Massimo Pallottini, amministratore delegato del Car: «Per quanto riguarda i prezzi dei freschi c'è sempre una tendenza al ribasso con l'inizio dell'anno. Anche se nel 2024 siamo partiti con un livello di inflazione generale più basso. Crediamo che questa tendenza sulle quotazioni continui almeno fino a marzo, anche se dobbiamo considerare una serie di fattori esterni con forti ripercussioni come il blocco del canale di Suez per le navi». Pallottini, invece, preferisce sottolineare un altro dato: «La flessione dei consumi del 20 per cento rilevata dal Car rispetto a dicembre. Anche questo è un fatto congiunturale, ma rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il calo dei consumi è aumentato di almeno sei punti percentuali». A gennaio si compra di meno anche per "compensare" quanto speso per i cenoni di Natale. «Certo - conclude il numero uno del Car - questo è un elemento, ma veniamo anche da un lungo periodo dove i salari non crescono, sono saliti i prezzi dell'energia, siamo tornati a dover fronteggiare il caromutui. Di conseguenza il reddito disponibile delle famiglie si è indebolito. Di più, non fatico a credere che sia più alta la domanda legata al turismo». Cioè quella di alberghi e ristoranti.
 

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