Roma, troppo caldo per i netturbini: «Dobbiamo lavorare di meno». Proposta respinta dall'Ama

Gli operatori hanno chiesto per l'estate la cancellazione del turno pomeridiano

Roma, troppo caldo per i netturbini: «Dobbiamo lavorare di meno». Proposta respinta dall'Ama
di Francesco Pacifico
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Domenica 16 Luglio 2023, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:13

Fa troppo caldo per raccogliere i rifiuti all'ora di pranzo o nel primo pomeriggio. Si rischia la salute, quando il sole picchia forte e si superano i 30 gradi. Meglio lavorare con il fresco. È scontro tra i sindacati e l'Ama. I primi - paventando «l'alto rischio da stress da calore» - chiedono di cancellare in estate il cosiddetto turno pomeridiano (dalle 13.15 alle 19.45). E vorrebbero spostare le lavorazioni, eccetto quelle indispensabili, quando fa più fresco, cioè la mattina e in serata. L'azienda invece respinge sdegnosamente la proposta, anche perché - con i cumuli di rifiuti ancora presenti in alcuni quartieri di Roma - sarebbe impossibile tenere pulita la città. Il che comporterebbe problemi igienico-sanitari, insostenibili con il caldo eccessivo.
Anche questo dossier è destinato a finire sul tavolo del neodirettore generale Alessandro Filippi, da 48 ore numero due dell'azienda, che ieri ha chiamato a raccolta i manager della prima linea e questa mattina si presenterà all'impianto di Ponte Malnome per conoscere le maestranze e controllare i mezzi.

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DENUNCE E DIVISE

Precisamente i sindacati e Ama stanno litigando sull'«alto rischio da stress da calore» da giugno.

Con Cgil, Cisl, Uil e Fiadel che minacciano anche denunce penali da parte dei netturbini che avranno problemi di salute per aver lavorato sotto il solleone e lamentano che l'azienda non ha fornito a tutti le più fresche divise estive. Ma adesso, con Roma sopra i 40 gradi, lo scontro è destinato a registrare una nuova escalation. Mercoledì scorso, la municipalizzata ha concesso di anticipare dalle 6 alle 5 il turno della mattina, in modo da terminarlo alle 11.30. Ma ha anche spiegato che in questa fase «i servizi di recupero materiali misti e rimozione cumuli permangono con carattere di essenzialità fino a normalizzazione di eventuali situazioni di criticità». E ha aggiunto che non si possono cancellare le lavorazioni pomeridiane più strategiche: la pulizia nelle aree che ospitano i mercati, lo svuotamento dei bidoncini davanti a bar e ristoranti, il ritiro dell'immondizia davanti agli ospedali. Troppo poco per i lavoratori. Spiega Alessandro Bonfigli, segretario regionale della Uil Trasporti: «Già si segnalano i primi casi di dipendenti vittime di malori legati al caldo. Anche perché la spossatezza e il disorientamento sono all'ordine del giorno quando sotto al sole si raccolgono rifiuti con le mani o si sale e si scende da mezzi privi di aria condizionata. Non si può far rischiare la vita ai lavoratori per l'incapacità nel riorganizzare turni e servizi».

Intanto il nuovo dg Filippi si è insediato a tutti gli effetti in via Calderon de La Barca, anche se starebbe studiando i principali dossier da almeno una decina di giorni. Ieri mattina ha voluto vedere tutti i dirigenti della prima linea, che a breve vedrà alcuni cambiamenti. Ha spiegato che soltanto una regolare raccolta può permettere di ottimizzare il personale e i mezzi presenti. Per questo creerà un sistema di controllo e di comunicazione costante con le varie zone per conoscere in tempo reale lo stato dei ritiri e le necessità di mezzi e uomini sui territori. Informazioni utili per risolvere il nodo delle manutenzioni: questa settimana ha girato solo il 58 per cento dei camion, il resto è fermo nelle officine interne ed esterne, che devono velocizzare le lavorazioni. Filippi si accinge anche a modificare i giri di ritiro, aumentando uomini e mezzi dove servono, in base al numero di utenze da coprire e dalla distanza che devono percorrere i camion per scaricare i bilici negli impianti di trattamento. Al riguardo la prossima settimana saranno consegnati 22 compattatori presi in affitto, anche se ne servirebbero almeno 400 in più. Un mese fa il presidente Daniele Pace aveva chiesto a capizona e capisquadra di indicare criticità e necessità dei presidi: ora l'azienda si aspetta di avere le risposte per calcolare i nuovi obiettivi. Chi non li rispetterà - fanno sapere da via Calderon de La Barca - rischia di perdere parte del salario di produttività.

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