Roma, Atac verso il biglietto a 2 euro: l'azienda dei trasporti deve correre ai ripari per i conti in rosso

Negli anni scorsi l’aggravio sugli utenti scongiurato dall’intervento della Regione

Roma, Atac verso il biglietto a 2 euro: l'azienda dei trasporti deve correre ai ripari per i conti in rosso
di Francesco Pacifico
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Martedì 10 Ottobre 2023, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 09:51

Le speranze di evitare l’aumento del biglietto dei mezzi pubblici a Roma sono ridotte al lumicino. Se non inesistenti. Nelle bozze del Pef, il piano economico finanziario di Atac che stanno redigendo i tecnici del Dipartimento mobilità del Campidoglio, l’ipotesi è stata messa nera su bianco: il ticket per le corse di 100 minuti su bus, metro e filobus passerà dall’attuale euro e 50 a 2 euro. Si sta lavorando per far slittare questa manovra al luglio del 2024. Di converso e in chiave compensativa, caleranno - ma tra il 5 e il 10 per cento - i costi degli abbonamenti.

Stando a quanto previsto dal contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario firmato tra Regione Lazio e Trenitalia - quello valido per il 2018-2032 e che comprende anche il consorzio Metrobus - il biglietto e gli abbonamenti per bus, filobus e metropolitane di Roma sarebbero già dovuti aumentare lo scorso primo agosto.

E se il primo doveva già essere a 2 euro, sul fronte delle tessere, il costo previsto per quella mensile sarebbe dovuto salire da 35 euro a 46,70 euro, per quella annuale da 250 a 350 euro. Va detto che anche questi prezzi sarebbero inferiori a quelli applicati in altre capitali europee. Dove, però, il servizio è migliore. 

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I FONDI

Per scongiurare questa manovra bisognerebbe iniettare per l’erogazione del trasporto pubblico del Lazio una cifra vicina a 27 milioni di euro all’anno, necessari a garantire gli investimenti su mezzi e infrastrutture senza pesare maggiormente sulle tasche degli utenti. In passato l’aumento è stato congelato perché la Regione Lazio aveva anticipato i fondi necessari, ma quest’anno l’ente di via Cristoforo potrebbe avere molta difficoltà a fare lo stesso. Per la cronaca, la giunta Rocca ha studiato il dossier per scongiurare il rincaro, ma deve fronteggiare debiti pregressi per 22 miliardi di euro e, dopo il giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti sul suo bilancio, rischia di dover cancellare le agevolazioni per i cittadini sulle addizionali Irpef. Di conseguenza, al momento, si può ipotizzare soltanto un intervento per abbassare il costo degli abbonamenti.

In quest’ottica vanno considerate, poi, le condizioni finanziarie di Atac. Nel bilancio del 2022 l’azienda, pur avendo registrato una riduzione del costo del lavoro di 24 milioni di euro, un margine operativo lordo positivo di 38,4 milioni e un taglio dei debiti di 53 milioni, ha chiuso l’anno con un saldo negativo di 50,8 milioni, legato a due fattori sui quali via Prenestina può farci poco. Dopo il Covid i romani continuano a prendere meno i mezzi pubblici tanto che la bigliettazione ha fatto incassare nel 2022 189,9 milioni contro i 271 milioni del 2019. Nel 2023 il calo di passeggeri rispetto al prepandemia sfiora ancora il 20 per cento. In più il costo per carburanti ed energia è lievitato nel 2022 del 20 per cento rispetto all’anno precedente. Condizioni che, suo malgrado, spingono il Comune a dover seguire la strada dell’aumento del ticket: a spanne potrebbe far incassare almeno 25 milioni in più.

Sempre nel Pef, Roma Capitale indica di voler chiedere ad Atac nel prossimo contratto di servizio 2024-2027 di Atac di percorrere 96 milioni di vetture-chilometri all’anno, in linea con quanto fatto negli ultimi anni. Saliranno anche le tariffe di parcheggio sulle strisce blu. Confermato invece il piano di investimenti da oltre un miliardo da parte della municipalizzata: tra gli interventi previsti ci sono quasi 900 milioni di euro per acquistare 886 vetture a basso impatto per il trasporto pubblico su ferro e gomma.

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