Pietro Genovese assente a un controllo dei carabinieri, di nuovo a giudizio: è accusato di evasione

Genovese, durante il periodo trascorso ai domiciliari, ha ricevuto altre due segnalazioni

Pietro Genovese assente a un controllo dei carabinieri, di nuovo a giudizio: è accusato di evasione
di Michela Allegri
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 06:48

Durante uno dei controlli per verificare se stesse rispettando la misura degli arresti domiciliari alla quale era sottoposto, non era stato trovato in casa. E così ora Pietro Genovese, già condannato in via definitiva per avere investito e ucciso nel dicembre 2019 le sedicenni Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli a Corso Francia, dovrà affrontare un nuovo processo, questa volta per evasione, nonostante in quell'occasione i carabinieri non abbiano cercato di contattarlo al cellulare. Ieri, al termine dell'udienza predibattimentale, è stato rinviato a giudizio. Il giovane era presente in aula.

Pietro Genovese a processo per evasione dai domiciliari. Il legale: «Non ci sono prove»

LA VERIFICA

I fatti risalgono al pomeriggio del 16 gennaio del 2022. Sono le 17,50 quando i carabinieri della compagnia Parioli citofonano a casa del ventunenne, che si trova ai domiciliari nell'appartamento di famiglia. Suonano fino alle 18,04, ma non ricevono risposta. Durante un controllo precedente, poco prima delle 16, il ragazzo era stato invece trovato a casa. Ed è presente anche nella verifica successiva, alle 20. L'assenza nel tardo pomeriggio basta per fare scattare la segnalazione per evasione. Per la difesa, rappresentata dall'avvocato Gianluca Tognozzi, alla base del processo mancano le prove: quel pomeriggio il ragazzo potrebbe non aver sentito il citofono, visto che si tratta di un appartamento grande, a due piani. E ancora: i militari, pur essendo in possesso numero di telefono cellulare dell'imputato, non hanno mai provato a contattarlo e dalle telecamere di sorveglianza del palazzo non risulta che Genovese fosse uscito. «Non c'è alcuna immagine delle telecamere a circuito chiuso in cui Genovese - ha affermato in aula il suo difensore - è ripreso mentre esce di casa. Non c'è prova di evasione». Il processo inizierà il 20 marzo. Alla fine dell'udienza, la madre di Gaia si è sfogata in un post su Facebook: «Quanto ancora deve esserti abbonato, Pietro Genovese, per aver ammazzato due angeli di soli 16 anni?». I fatti di Corso Francia risalgono alla notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019. In primo grado il ragazzo era stato condannato a 8 anni, sentenza poi ridotta a 5 anni e 4 mesi di reclusione, con l'accusa di duplice omicidio stradale.

LE SEGNALAZIONI

Genovese, durante il periodo trascorso ai domiciliari, ha ricevuto altre due segnalazioni, che però non sono sfociate in un procedimento penale: il 22 maggio del 2020 i carabinieri, chiamati dai vicini di casa del giovane, hanno compilato un verbale nel quale hanno parlato di «schiamazzi e musica tenuta a tutto volume» nell'abitazione dell'imputato, che si trovava insieme ad alcuni amici, come permesso dal giudice.
Il 28 luglio del 2021, invece, i militari avevano effettuato un controllo verso l'una di notte, ma non aveva risposto nessuno.

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