Irpef, da gennaio stipendi giù di 400 euro l'anno: arriva il taglio in busta paga per i lavoratori di Roma e del Lazio

L'intervento regionale riguarda le fasce di redito a partire da un lordo di 15mila

Irpef Lazio, da gennaio stipendi giù di 400 euro: arriva il taglio in busta paga
di Giacomo Andreoli
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Lunedì 9 Ottobre 2023, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 17:37

Lo stipendio dei romani e dei cittadini del Lazio sta per scendere. Da gennaio dovrebbe crescere l’addizionale Irpef e l’effetto è un calo in busta paga fino a 400 euro l’anno. Varrà anche per gli assegni dei pensionati e per i redditi dei lavoratori autonomi. A meno di interventi straordinari da parte del governo, infatti, il prossimo anno salterà il rinnovo del fondo regionale taglia-tasse, che era stato introdotto nel 2022 per le fasce di reddito tra i 15mila e i 40mila euro l’anno, mentre per i redditi superiori il prelievo era già stato aumentato. Quasi 2 milioni di contribuenti pagheranno l’1,6% in più di addizionale regionale ogni mese, in pratica il 3,33%, a cui per i romani si somma lo 0,9% di addizionale comunale, la più alta in tutta Italia.

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Il bilancio da chiudere 


Il bilancio della Regione, come certificato dalla Corte dei Conti a fine settembre, avrebbe qualche problema e per far rientrare tutte le voci nel 2024 l’amministrazione di Francesco Rocca sarebbe chiamata a scelte difficili. A confermarlo al Messaggero è Giancarlo Righini, assessore al Bilancio della Pisana. «La giunta Zingaretti - spiega - ci ha lasciato dei conti disastrosi e a dirlo non siamo noi, ma la Corte, che ha sottolineato tutte le criticità finanziarie legate all’ultimo anno di gestione da parte dei nostri precedessori». 
L’assessore aggiunge che in pochi mesi la giunta avrebbe fatto «i salti mortali per coprire diversi buchi di bilancio che hanno lasciato in eredità: dal disavanzo sanitario di 218 milioni, di cui 88 svincolati dal ministero dell’Economia, ai 170 milioni per parificare i conti del 2022, di cui 34 milioni di anticipazione di liquidità all’Ater per pagare la rateizzazione della rottamazione di cartelle esattoriali. A dicembre 2022, addirittura, i rappresentanti del Lazio non si erano presentati in Conferenza Stato-Regioni per rivendicare le risorse spettanti al Lazio nel riparto dei fondi per la sanità». In questa situazione trovare i circa 300 milioni necessari a rinnovare il fondo taglia-tasse sarebbe «praticamente impossibile: è stata una scelta elettorale che ora, purtroppo, ci lascia un conto da pagare». 
Morale della favola chi guadagna fino a 15mila euro non avrà riduzioni in busta paga.

Chi ne guadagna 25mila, invece, perderà 160 euro l’anno. E ancora, per i redditi da 35mila euro ogni dodici mesi, il calo sarà di 320 euro. Fino ad arrivare a 400 euro in meno, appunto, per chi guadagna 40mila euro l’anno. Se però al livello nazionale, con la prossima Manovra, oltre alla conferma del taglio del cuneo fiscale, arrivasse pure la riforma dell'Irpef (con accorpamento delle prime due aliquote), il calo in busta paga potrebbe anche più che dimezzarsi.

L’ultima parola, comunque, spetta al governo. Secondo Righini «la giunta regionale sta lavorando con il ministero dell’Economia e in legge di Bilancio potrebbero arrivare risorse per ridurre la pressione fiscale. Dubito che avremo tutta quella cifra, ma sicuramente nel 2025 avremo più margini e ragioneremo con le parti sociali su come intervenire, partendo però dal presupposto che la coperta è corta e ogni surplus di bilancio va investito in primis sulle infrastrutture, indispensabili per lo sviluppo della Regione».

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La replica


Il Partito democratico, però, non ci sta. Secondo l’ex assessore al Bilancio, Daniele Leodori, «non ci sono scuse: il bilancio 2022 in realtà è stato parificato dalla Corte dei Conti. C’è solo la necessità di reperire, e non è la prima volta che succede, 170 milioni. Risorse minime considerando i numeri totali di un bilancio regionale». Per l’attuale consigliere regionale d’opposizione, quindi, «non può essere questa la scusa per tagliare i servizi ai cittadini: con il fondo taglia-tasse abbiamo creato vantaggi all’80% dei contribuenti e la decisione di non rinnovarlo andrà a colpire direttamente le tasche dei cittadini del Lazio, già messe a dura prova da un’inflazione che continua a correre». Poi, sulla sanità, il Pd rivendica il lavoro svolto negli ultimi dieci anni, con l’uscita dal commissariamento, durato 12 anni, nel 2020.
Furiosi per la possibile riduzione degli stipendi anche parte dei sindacati. Secondo il segretario Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola, «è inaccettabile che il primo vero atto politico della Regione Lazio targata Rocca sia quello di alzare le tasse a 2 milioni di cittadini, facendo diventare i lavoratori del Lazio i più tartassati d’Italia. Contro questa scelta, se confermata nelle prossime settimane, non resteremo immobili». Insomma, potrebbero esserci delle agitazioni o forse anche uno sciopero.

 

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