Giubileo Roma, cantieri in ritardo: saltano sei nuove stazioni. In alto mare la programmazione

Ma per il 2025 apriranno solamente due delle otto fermate previste nel progetto

Giubileo Roma, cantieri in ritardo: saltano sei nuove stazioni. In alto mare la programmazione
di Francesco Pacifico
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Sabato 12 Novembre 2022, 00:28 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 12:15

Rischiano di non aprire per il Giubileo almeno 6 delle 8 nuove stazioni all’interno dell’anello ferroviario, indispensabili per dotare Roma di quel grande passante necessario per tagliare il traffico e creare un vero sistema di intermodalità. Parliamo delle fermate di Zama, Selinunte, Carpegna, Magliana, Massimina, Santuario, Divino Amore e Paglian Casale, che in un primo tempo dovevano essere attive per il 2030 e che poi il Comune ha inserito nella lista delle opere straordinarie per l’Anno Santo per velocizzarne la realizzazione. In una riunione che si è tenuta mercoledì tra i rappresentanti di Rfi, Rete ferroviaria italiana, del Campidoglio e della Regione Lazio si è riscontrato che la macchina per concludere queste opere ha registrato una serie di intoppi imprevisti. Con il risultato che la progettazione definitiva è ancora in alto mare. Senza dimenticare, poi, che non è stato ancor approvato dal governo il decreto che autorizza il cosiddetto piano particolareggiato delle opere del Giubileo che Palazzo Senatorio ha inviato alla presidenza del Consiglio, e senza il quale non possono essere lanciate le gare per affidare i lavori. 

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Dopo tanti anni e tantissime polemiche, Roma - con circa 2 miliardi di finanziamenti - dovrebbe vedere finalmente completata la chiusura dell’anello ferroviario, con la realizzazione del percorso verso il quadrante Nord: in quest’ottica è stato ripristinato il collegamento Valle Aurelia-Vigna Clara e si lavora al prolungamento verso Tor di Quinto e Val D’Ala.

Non a caso martedì scorso, all’Auditorium della Musica per fare il bilancio del suo primo anno di mandato, il sindaco Roberto Gualtieri ha sottolineato l’importanza di questo pezzo della cura del ferro: «Stiamo accelerando la chiusura dell’anello ferroviario, l’apertura della stazione Pigneto e di altre 8 stazioni». A febbraio, poi, in Assemblea Capitolina era stato anche approvato un emendamento al Pums, al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, da parte della maggioranza per accelerare i lavori alla fermata del Divino Amore, considerata «strategica in chiave Giubileo».

IL RINVIO

Nella riunione di mercoledì le parti hanno convenuto che il lavoro da fare è ancora molto. Secondo Rfi per il 2025 si potrebbero aprire soltanto due delle 8 fermate, che quali si è provato a velocizzare con l’inserimento nel piano delle opere per l’Anno Santo. Una sarà quella di Massimina, per l’altra il gestore della rete aspetta indicazioni dal Campidoglio. Tutti gli attori si sono aggiornati al 30 novembre prossimo e per quella data si spera in un’accelerazione della progettazione esecutiva da parte degli uffici, anche perché almeno dal punto di vista strutturale è già chiaro quello che andrà costruito. Ma ci sono anche altri nodi sul tavolo: dal Comune l’assessore alle Infrastrutture, Eugenio Patanè, avrebbe ricordato che quelle 8 fermate vanno completate al più presto perché entro il 2025 Roma - oltre a dover gestire una massa di oltre 30 milioni di pellegrini - avrà messo al bando le vetture a benzina Euro 3 e i diesel Euro 5 nella fascia Ztl Anello ferroviario. Senza infrastrutture di trasporto alternative si rischia il caos. Dal canto suo, la Regione, che come titolare del contratto di servizio ferroviario ci mette i soldi, vuole capire come aumentare il numero dei treni senza intasare la rete.

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