Fiore e Castellino condannati a 8 anni per l'assalto alla Cgil, urla e saluti romani in aula. L'Anpi: «Mettere fuorilegge i neofascisti»

Tra i cori di protesta in aula si è sentito anche «la gente come noi non molla mai»

Fiore e Castellino condannati a oltre 8 anni per assalto alla Cgil, urla in aula. « Mo famo la guerra»
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Mercoledì 20 Dicembre 2023, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 16:05

Condannati a otto anni e mezzo di reclusione il leader di Forza Nuova Roberto Fiore e l'ex Nar Luigi Aronica e a otto anni e 7 mesi Giuliano Castellino. Questa la sentenza dei giudici della prima sezione penale di Roma nel processo per l'assalto alla sede della Cgil avvenuta nel corso della manifestazione no green pass del 9 ottobre del 2021. Condannati anche gli altri imputati Salvatore Lubrano, a 8 anni e due mesi, come Luca Castellini e Lorenzo Franceschi e Pamela Testa. Subito dopo la lettura della sentenza in aula sono esplose le proteste di famigliari e amici degli imputati che hanno gridato «mo famo la guerra».

Applausi di scherno, grida 'vergogna' e braccia alzate con il saluto romano sono stati rivolti da alcune persone presenti tra il pubblico in aula verso la corte.

Tra i condannati dai giudici della prima sezione penale del tribunale a pene superiori agli otto anni, Giuliano Castellino, Roberto Fiore e Luigi Aronica.

Tra i cori di protesta in aula si è sentito anche «la gente come noi non molla mai». Nell'udienza dello scorso 16 ottobre la pm Gianfederica Dito aveva chiesto una condanna a 10 anni e mezzo per Fiore, Castellino e Aronica, definiti come «registi e istigatori di tutte le fasi che hanno portato alla guerriglia urbana che ha stravolto il vivere civile nella Capitale».

Le condanne

Ai sette imputati dopo l'inchiesta, coordinata da Michele Prestipino con la pm Dito, vengono contestati, a vario titolo, i reati di devastazione aggravata in concorso, quello, sempre in concorso, di resistenza a pubblico ufficiale pluriaggravata e a Castellino, Fiore e per l'ex Nar Luigi Aronica anche il reato di istigazione a delinquere. «Gli imputati nel corso del loro esame hanno provato a far passare la manifestazione del 9 ottobre 2021 come pacifica, festosa e gioiosa, ma l'istruttoria svolta ha fornito un quadro diametralmente opposto - aveva sottolineato nel corso della requisitoria la pm Dito - alla luce delle univoche dichiarazioni delle forze dell'ordine e dell'enorme mole di video acquisiti sia dalle telecamere di videosorveglianza sia dai filmati presenti su fonti aperte. Quello che ci restituiscono i video e i testimoni sono fatti drammatici e cruenti, una situazione sfociata nel tragico epilogo nell'assalto alla sede della Cgil» 

Urla in aula

«Mo famo la guerra». È quanto gridato da alcune persone dopo la sentenza. I giudici hanno disposto altre cinque condanne: Per Luigi Aronica, militante di Forza Nuova, 8 anni e mezzo, mentre gli altri imputati Luca Castellini, Salvatore Lubrano, Lorenzo Franceschi e Pamela Testa sono stati condannati a 8 anni e 2 mesi.

L'Anpi

«C'è senz'altro da essere soddisfatti per la condanna di Fiore, Castellino ed altri accoliti a più di otto anni di carcere dopo l'assalto alla sede della CGIL il 9 ottobre 2021. Ma che altro si aspetta per mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste?». Così il presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo commenta la condanna dei leader di Forza Nuova e di atri 5 imputati a più di otto anni per l'assalto alla Cgil. «Stupisce che i capi d'imputazione siano solo devastazione aggravata in concorso e istigazione a delinquere. Non è stato neppure considerato il reato di ricostituzione del disciolto partito fascista, laddove la legge Scelba del 1952 ne definisce il profilo con inequivocabile chiarezza; tale reato si compie, fra l'altro, quando una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politico - aggiunge Pagliarulo - La plateale conferma di questo reato è avvenuta proprio, dopo la sentenza, dalla reazione di tanta parte del pubblico che fra fischi e urla si è distinta nell'ostentare il saluto romano».

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