Donna incinta molestata in un centro commerciale a Roma, pena sospesa per l'aggressore: «È feticista, deve curarsi»

L’uomo è stato condannato a un anno e quattro mesi per l’aggressione

Donna incinta abusata in un centro commerciale, per l'uomo sconto di pena: «È feticista»
di Giulio Pinco Caracciolo
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Dicembre 2023, 23:08 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 06:57

Un pomeriggio torrido e la voglia di fare due passi con un’amica per trovare un po’ di refrigerio. Un giretto al centro commerciale Porta di Roma - periferia est della Capitale - sembra una buona soluzione e così Marta (nome di fantasia) decide di chiamare Paola (nome di fantasia) per andare a vedere qualche vetrina e i costumi da bagno per l’imminente arrivo delle vacanze estive. Quel pomeriggio si trasformerà in un incubo: la donna, incinta, verrà molestata. Ieri il suo aggressore è stato condannato a un anno e 4 mesi per violenza sessuale.

I FATTI

È luglio 2020 e l’incertezza sul futuro regna sovrana dopo il periodo di lockdown.

Marta, 34 anni, è al sesto mese di gravidanza e così decide di farsi accompagnare in macchina dall’amica. Si prospetta un pomeriggio sereno, un gelato e chiacchiere. «La pancia non si vedeva molto – dice la donna in aula – ma comunque non volevo fare grandi sforzi essendo incinta». Il centro commerciale è molto affollato e le due amiche si avvicinano alle vetrine affascinate dalle ultimissime occasioni. «È successo tutto all’improvviso – racconta Marta davanti al collegio della V sezione penale di piazzale Clodio – eravamo girate verso un negozio e stavamo quasi per entrare quando ho sentito quella mano». E quella era la mano di H. Q., musulmano, all’epoca 32enne, residente a Roma. Anche lui come Marta e Paola si aggira da ore tra i corridoi del centro commerciale fino a quando la sua attenzione non viene catturata dalle gambe nude della donna. Vede le due amiche distratte e intente a parlare tra loro. Sono sorridenti e disinvolte. Le caviglie e i polpacci di Marta lo attirano terribilmente. La pulsione è più forte di lui. L’uomo si guarda intorno, è pieno di persone e di telecamere. Suda ma non riesce a resistere. «Faceva caldo e avevo messo un vestitino che mi lasciava scoperta dal ginocchio in giù – prosegue Marta – quando a un certo punto ho percepito distintamente qualcosa che mi toccava la caviglia salendo per il polpaccio e infilandosi sotto al vestito». Un gesto fulmineo ma prepotente che lascia la donna sgomenta.

«L’imputato è malato – esordisce l’avvocato della difesa in aula – per questo motivo non è riuscito a controllare il suo istinto irrefrenabile». H. Q., secondo la ricostruzione, soffre del cosiddetto disturbo feticista, una vera e propria patologia che gli impedisce di controllarsi e, inoltre, «essendo di religione musulmana non gli è permesso avere rapporti sessuali, quindi le sue pulsioni non hanno trovato uno sfogo adeguato» spiega l’avvocato in aula.

IL DISTURBO

Un disturbo classificato sotto la categoria delle parafilie, ovvero tutti quegli impulsi o comportamenti sessuali ricorrenti e intensi che creano disagio o disabilità nei soggetti che ne sono affetti. «Sono rimasta allibita e spaventata – racconta la vittima – quando mi sono girata di scatto ho visto quest’uomo accovacciato per terra di fianco alle mie gambe che già si scusava e mi implorava di perdonarlo per quello che aveva fatto». Il 32enne si rende conto subito di quello che ha fatto ed è altrettanto consapevole di non essere riuscito a controllarsi. «Dopo i primi attimi di sgomento – continua Marta – la mia seconda reazione sarebbe stata quella di difendermi e di picchiarlo, ma essendo incinta ho deciso di stare calma». E così le due amiche avvisano la sicurezza, l’uomo viene bloccato e identificato dalle forze dell’ordine. «All’inizio avevo pensato di non denunciarlo – rivela la donna – ma poi ho pensato: se invece che al centro commerciale mi fossi trovata da sola in un parcheggio o in un garage, cosa sarebbe potuto succedere?». Ieri mattina è arrivata la condanna a 1 anno e 4 mesi di carcere per l’imputato feticista, incensurato, in linea con la richiesta del pm Alessandra Fini. Pena sospesa, a patto che intraprenda un percorso terapeutico non inferiore a 8 mesi per tentare di curare questo suo disturbo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA