Domani a Cervara di Roma, vicino Subiaco, a nord est della Capitale, sguardo al cielo per vedere la cometa di Neanderthal. Sarà possibile ammirare la sua luce nel buio stellato del firmamento all’osservatorio Claudio Del Sol di Cervara gestito dall’associazione Astris, in pieno Parco Regionale dei Monti Simbruini.
Nel fine settimana la cometa di Neanderthal sfreccerà nel cielo passando vicino alla Terra, secondo calcoli effettuati dagli esperti, l’ultimo passaggio c’è stato 50 mila anni fa. Il passaggio coinciderà anche con i 40 anni del Parco Regionale dei Monti Simbruini, che iniziò ad operare il 29 gennaio del 1983.
“Chiaramente il calcolo dell’ultimo passaggio di questa cometa è approssimativo – dice Emanuele Sillato, dell’associazione Astris - comunque in quel periodo nella terra c’era l’uomo di Neanderthal e da li ha preso il nome la cometa.
Ma l’associazione Astris ha in serbo anche un ampliamento dell’osservatorio per accogliere più persone interessate all’astronomia: “Il progetto è già pronto – spiega Emanuele Sillato – presto incontreremo il sindaco di Cervara per passare poi alla fase esecutiva e ampliare la struttura”. Un osservatorio che si trova a due passi dall’area faunistica del Cervo e vicino all’altopiano dove Papa Woithila amava ritirasi in gran segreto per leggere e meditare, ed una statua lo ricorda. Un passaggio, quello della cometa di Neanderthal che è anche un augurio al Parco dei Monti Simbruini, nato proprio 40 anni fa a gennaio del 1983. “In questi dieci anni - conclude Sillato – abbiamo avuto sempre buoni rapporti ed è un Parco con un ambiente naturale unico nel Lazio”. Per i 40 anni il Parco ha preparato una manifestazione che si svolgerà a marzo e un opuscolo racconterà la sua storia. “ Come le altre aree interne appenniniche questo comprensorio – spiegano al Parco - ha conosciuto il fenomeno dello spopolamento, troppo lontane le grandi città, le grandi vie di comunicazione, sulle quali è stato indirizzato negli anni tutto lo sviluppo economico, tralasciando colpevolmente le aree di montagne, le periferie, i piccoli borghi, non ascoltando, potremmo dire, il cuore pulsante e tenace dell’Italia”. Ma l’Ente sostiene che le cose stanno cambiando: “Negli ultimi anni, però – dicono al Parco - stiamo assistendo ad una sorta di rivincita. Grazie all’operosità delle enti pubblici, questo territorio sta risalendo la china, soprattutto sta richiamando un numero sempre più alto di turisti e sta riscoprendo, sia pure a fatica, un’agricoltura tipica e di qualità”.