«Tu sei mia o di nessun altro». Spesso era la gelosia ossessiva a scatenare la furia contro la compagna, massacrata di botte ma del tutto incapace di sottrarsi al suo controllo fino al punto di non sporgere denuncia nemmeno dopo gli interventi delle forze dell'ordine, e di tornare da lui. Per l'uomo-aguzzino, un idraulico trentaseienne di Tivoli Terme con vari precedenti alla spalle, ieri è scattata la misura della custodia cautelare in carcere: su richiesta della procura il gip ha confermato gli esiti delle indagini condotte dal pool anti-violenza del commissariato, diretto da Paola Pentassuglia. I poliziotti hanno dovuto portare avanti una difficile indagine per collegare e mettere insieme tanti episodi che hanno fatto degli ultimi due anni un inferno, per la vittima trentatreenne e per la sua famiglia. Persino una breve vacanza al mare, sul litorale laziale, si era trasformata in un incubo: segregata per diversi giorni, picchiata, ridotta in una maschera di sangue con tanto di foto inviata per "sfida" al padre che è dovuto correre a salvare la figlia, riuscita a scappare dalla finestra dopo che il compagno-padrone era uscito chiudendola dentro.
Cinghiate e morsi ai figli: a giudizio padre-padrone. La vicina: «Vivevano nel buio e nella muffa»
Non è bastata però, poi, la struttura protetta in cui era stata indirizzata dopo questi fatti, perché ancora una volta lei è finita per ritrovarsi sotto le sue grinfie.
Ad agosto stesso "copione": calci, pugni, cellulare in frantumi e trasporto al pronto soccorso con referto di due settimane di prognosi per le ferite riportate, va in casa protetta ma poi torna di nuovo con lui. La denuncia però non è ritirata e da qui partono gli investigatori per comporre il quadro indiziario. «L'accertato pericolo di recidiva delle condotte criminose spiega il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto - e il concreto rischio per l'incolumità della vittima, che si è dimostrata assolutamente priva di autonomia decisionale e incapace di sottrarsi dal compagno nonostante le indicibili violenze subite, hanno determinato le esigenze cautelari nei suoi confronti compendiate nella misura cautelare in carcere emessa dal gip». Solo tre giorni prima gli stessi poliziotti del pool anti-violenza, coordinati dal "Gruppo uno" della procura tiburtina, hanno fatto scattare gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di un cittadino egiziano di 55 anni per maltrattamenti sulla moglie cinquantunenne: continuava ad avvicinarla nonostante fosse già stato colpito dalla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa famigliare e del divieto di dimora nel comune di Guidonia Montecelio. Quando non le si presentava davanti, incurante delle restrizioni, la assillava via social. Una vera ossessione. L'attività d'indagine degli investigatori ha monitorato attentamente gli spostamenti dell'uomo accertando le violazioni alle prescrizioni imposte. Da qui l'aggravamento della misura emessa dal gip del tribunale di Tivoli su richiesta della procura.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout