A Villa Torlonia riapre il teatro delle meraviglie

A Villa Torlonia riapre il teatro delle meraviglie
di Laura Larcan
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Domenica 8 Dicembre 2013, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 12:09

Villa Torlonia apre finalmente il suo teatro delle meraviglie. E il termine «meraviglia» rimanda allo spettacolo d’arte eclettica che questo gioiello ottocentesco riesce ad offrire grazie ad un restauro da 9 milioni di euro, iniziato dal Comune a luglio del 2007 e concluso a novembre del 2012 (col supporto della società Pirelli).

Il teatro apre come spazio dedicato alla «creatività teatrale» con residenze di compagnie e un programma di eventi, ma soprattutto come museo di se stesso. Perché sala dopo sala, il teatro di Villa Torlonia, in consegna alla Sovrintendenza capitolina, sfoggia un repertorio sopraffino, a tratti bizzarro, di stili decorativi. I finti tendaggi che avvolgono le pareti, il dominante «rosso pompeiano» dei corridoi, le statue di commediografi e musicisti, fino alla sequenza delle stanze moresca, gotico-fiorita, etrusca, e a quel raffinato gioco di trompe l'oeil ai lati del palcoscenico, dove gruppi di spettatori in abiti barocchi siedono nei loggiati. Dalla platea si gode il colpo d’occhio della cupola impreziosita di motivi floreali, mentre le quinte si possono aprire sulla villa svelando un fondale naturale che non ha eguali in tutta Roma. C’è tutto lo spirito eccentrico dei Torlonia orchestrato dal pittore romano Costantino Brumidi, il cui talento sarà esportato a Washington negli affreschi del Campidoglio, che lo trasformarono nel «Michelangelo d'America». A tenerlo a battesimo, ieri, una cerimonia all’insegna dell’amarcord capitolino, con il sindaco Ignazio Marino e l’assessore alla Cultura Flavia Barca, al fianco di Walter Veltroni e tutti gli assessori che si sono susseguiti negli anni del cantiere, da Gianni Borgna a Silvio Di Francia, Umberto Croppi, Dino Gasperini. Il restauro ha dovuto tener conto dell’estro architettonico e della modernità tecnologica del fabbricato, a partire dalla monumentale facciata a emiciclo, concepita da Quintiliano Raimondi (1794-1848) come una serra da passeggio.

I MATRIMONI STORICI

«La sua costruzione fu segnata dai matrimoni - racconta Alberta Campitelli direttore dei parchi e ville storici - Fu iniziato nel 1841 da Alessandro Torlonia per celebrare le sue nozze con Teresa Colonna, e fu completato 30 anni più tardi in occasione delle nozze della figlia Anna Maria con Giulio Borghese. Alessandro non lo finì perché la consorte impazzì e non gli diede l’agognato figlio maschio». L’unica rappresentazione avvenne il 6 maggio 1905, voluta da Giovanni Torlonia junior, costata ben 17mila lire tra costumi, scenografie e bengala. Poi, l’oblio. Il Comune l’acquisì nel 1978, ma l’abbandono e il degrado si sono protratti fino al restauro. Dopo la festa di ieri notte, per visitarlo bisogna aspettare martedì prossimo, quando partiranno le visite guidate su prenotazione obbligatoria (060608, 5 euro). Ed ora, si aspettano le nuove aperture. Subito dopo Natale sembra in arrivo la firma della convenzione della Sovrintendenza con l’associazione Sotterranei di Roma, vincitori del bando per l’apertura del bunker. Più complicata la situazione della Serra Moresca. L’assessore Barca fa sapere che si sta lavorando per trovare una destinazione d’uso idonea che possa conciliare risorse economiche con la delicatezza delle vetrate.

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