Raggi e l’agenda Roma: trasporti, rifiuti, poteri. Dossier per 7 ministri

Raggi e l’agenda Roma: trasporti, rifiuti, poteri. Dossier per 7 ministri
di Simone Canettieri
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Martedì 5 Giugno 2018, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 07:23
Mettere in fila una serie di incontri con i nuovi ministri del governo per arrivare preparati all’appuntamento clou: un vertice con il premier Giuseppe Conte che servirà a fare sintesi e a partire. Da questa settimana lo staff della sindaca Virginia Raggi inizia a mettere in agenda le date e i rispettivi dossier da portarsi dietro in questi bilaterali. Ovvio: l’obiettivo sarà cercare un punto di equilibrio anche con i ministri di matrice leghista, mentre non preoccupa affatto, come è normale, che sia l’interlocuzione con i portavoce pentastellati assurti al governo. Per Raggi, dopo due anni molto conflittuali, si materializza «la possibilità di cambiare marcia», come spiegano in Campidoglio. «Roma avrà un governo con il quale iniziare a parlare in maniera franca», dice la sindaca.

I TEMI
I dossier più importanti sono sei, per sette ministri. I primi tre toccano la carne viva della Capitale: trasporti, sicurezza e rifiuti. Per il primo c’è Danilo Toninelli, super grillino, ora al capo del Mit. I temi sul piatto con lui sono i fondi per continuare il tracciato della metro C e ottenere più fondi per gli autobus. Il tutto senza dimenticare la mobilità sostenibile e sue due ruote, specialità della casa. Ben più complicata, invece, si annuncia la richiesta che Virginia Raggi farà al ministro dell’Interno Matteo Salvini. In questo caso la grillina dovrà trovare un punto di equilibrio con le politiche leghiste, legate per esempio ai rom e ai migranti. Il Campidoglio finora su questo tema ha avuto un approccio molto inclusivo. La sintonia con il leader del Carroccio scatterà sulla richiesta della grillina di abbassare le quote di migranti che spettano alla Capitale in virtù di tutti gli invisibili non censiti che si trovano a vivere nei palazzi occupati (altro tema caldo). Sulla sicurezza la linea del Comune da due anni a questa parte non cambia: servono più agenti in strada. Magari al posto dei rifiuti. E qui entra in campo un altro dossier che sarà sottoposto al ministro “amico” Sergio Costa. Le vecchie tensioni con il dicastero dell’Ambiente a guida Gianluca Galletti sono acqua passata. Ora servirà una collaborazione - a base di fondi - per attivare una serie di processi virtuosi affinché Roma possa chiudere il ciclo dei rifiuti in casa, senza i viaggi della speranza e le emergenze per strada.

Dopo le tensioni con Carlo Calenda, Raggi e i suoi collaboratori non vedono l’ora di varcare il portone di via Veneto per incontrare Luigi Di Maio, titolare dello Sviluppo e del Lavoro. Tra gli argomenti da chiudere: la manutenzione degli edifici scolastici, lo sviluppo di nuove reti, il supporto, attraverso Invitalia, per sbrigare alcune pratiche in centro storico (un esempio su tutti: il dramma del tavolino selvaggio fuori dai ristoranti). In attesa di capire se il libro dei sogni sarà realtà o meno ci sono anche le richieste a Giulia Bongiorno (il Comune chiede al ministero della Pa lo sblocco del turnover per continuare le assunzioni) e ad Alberto Bonisoli (di tornare indietro rispetto alla riforma Franceschini sul parco archeologico e sul biglietto al Pantheon). Raggi intanto continua a ripetere: «Non voglio soldi ma poteri». Ecco perché la sponda del ministro Riccardo Fraccaro, in quanto titolare dei rapporti con il parlamento, sarà utilissima per l’approvazione degli ultimi decreti attuativi mancanti nella riforma del 2010 di Roma Capitale. Questa è l’agenda con le priorità. In mezzo c’è il presente. Domani in Campidoglio, dopo due anni di luna di miele, ci sarà la prima manifestazione unitaria di Cgil-Cisl-Uil al motto: «Quanto eri bella Roma, ma tocca cambiare passo!». Gli stessi protagonisti di Fabbrica Roma lamentano il naufragio del progetto: «Roma soffre l’assenza di un progetto di sviluppo, di una idea di città, che in questi due anni di governo la sindaca Raggi non ha neppure tentato di avviare». Dal Comune rispondono: «Siamo aperti al dialogo, ma non vorremmo che i sindacati venissero strumentalizzati dalla politica. Non a caso, hanno aderito alla manifestazione Pd e Leu».
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