Roma, Nuovo Salario: viadotto dimenticato da 20 anni tra degrado e baraccopoli

Roma, Nuovo Salario: viadotto dimenticato da 20 anni tra degrado e baraccopoli
di Elena Panarella
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Lunedì 16 Maggio 2016, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 07:54


Non è il solito degrado, questo. Nel lungo corridoio di oltre due chilometri trasformato in una baraccopoli nel quartiere Vigne Nuove, a poca distanza dalla Salaria e a due passi da Val Melaina, doveva passare un treno, per la precisione un tram. Ma così non è stato. Quest'area era stata al centro di un progetto di riqualificazione per giungere al sogno della Green Line creato da gruppo di giovani architetti “G124” di Renzo Piano e da associazioni impegnate nella rigenerazione degli spazi. L'obiettivo era quello di "riciclare" questo vuoto urbano creando un collegamento verde tra i quartieri. Oggi quel vuoto è stato riempito da incuria e abbandono. La linea del tram sarebbe stata molto utile: avrebbe dovuto collegare i quartieri Serpentara, Talenti, Vigne Nuove, Fidene, Colle Salario. Non solo. Sarebbe dovuto passare per la Palmiro Togliatti e infine arrivare addirittura sulla Laurentina. E invece non c'è il treno, nemmeno i binari, né la stazione ed è così da almeno diciotto anni. Lo raccontano i residenti che sotto le loro finestre hanno visto di tutto: montagne di spazzatura, baracche, rifiuti di ogni tipo. E lungo questo percorso decine e decine di accampati hanno costruito i loro alloggi. Hanno tirato su vere e proprie stanze divise da tende colorate, materassi, tavolini, sedie, cassettiere. La mattina li vedi uscire, col carrello, la tanica di plastica con acqua e detersivo. Li vedi percorrere un pezzo di strada camminando lungo il guardrail pronti per cominciare la loro giornata. Prima di loro altri sono passati di lì. Prima di loro altri sono andati via alla ricerca di nuovi spazi.

 

UNA DISCARICA
«La situazione è da tempo insostenibile - dice Mauro Parrini, residente in via di Vigne Nuove - Abbiamo cumuli di spazzatura sotto le nostre finestre e anche se dalla strada non si vedono, il cattivo odore si sente. Ma la paura più grande è l'arrivo del caldo, andiamo incontro all'estate e non potrà altro che peggiorare». Vivere con montagne di rifiuti sotto casa. Condividerne la puzza asfissiante e con decine e decine di grossi topi che attraversano la via «ha unito noi abitanti in una lotta che dura da anni ormai». «Avevano promesso un treno, un tram ma non è mai arrivato niente - racconta la signora Marisa che vive da anni poco distante dalla zona del viadotto - Tranne questi accampamenti».
 
IL PIANO REGOLATORE
Paura e degrado sono cresciute nel tempo in queste zone, lo sanno bene i volontari di alcune associazioni della zona. Eppure la costruzione del viadotto dei Presidenti «aveva dato speranza a tanti pendolari che abitano da queste parti». Un progetto varato nel Piano Regolatore del 1962 per essere poi realizzato a metà degli anni '90, quando gli amministratori di allora inaugurarono i viadotti che collegano i quartieri Talenti, Vigne Nuove, Serpentara, Fidene e Colle Salario. Un tracciato ferroviario che avrebbe dovuto collegare Fidene a Cinecittà, lungo il cosiddetto "passaggio a Nord Est" della Palmiro Togliatti. «Un lavoro finito male che è diventato in questi ultimi anni l'ennesimo insediamento abusivo - si sfogano i residenti - circondato da montagne di spazzatura».
«Purtroppo è una fotografia che si può moltiplicare per più punti della città e del Municipio - spiega Cristiano Bonelli, candidato alla presidenza del Municipio III per la Lista Marchini - Il degrado e l'illegalità sono cresciute nel tempo per una totale assenza delle istituzioni. Le denunce da parte dei cittadini sono tante, le risposte poche. È da due anni che non si effettua neanche un intervento, il Viadotto è diventato ormai il simbolo dell'immobilismo».

IL MUNICIPIO
«Ci sono poi alcune grandi questioni ancora irrisolte. I due esempi più lampanti - aggiunge Bonelli - il ponte di Fidene chiuso e il Tmb Ama Salaria in funzione nonostante le promesse. La gente è esasperata e molto spesso queste situazioni di degrado con relativi accampamenti con l'arrivo del caldo esplodono ancor di più». Insomma una storia senza fine quella degli insediamenti abusivi, delle discariche a cielo aperto, dei bivacchi, dei treni e delle stazioni fantasma sparpagliati in tutta la città. «Sono anni che si parla di queste problematiche - racconta Marina Perrotta, residente in via Talli - Ora vogliamo risposte concrete. Ogni amministrazione inizia un percorso che puntualmente viene interrotto dalla Giunta seguente, si investono soldi che poi finiscono puntualmente nel nulla».