Roma, tassista violento picchiò il padre di un disabile per un parcheggio: chiesti 3 anni di carcere

Roma, tassista violento picchiò il padre di un disabile per un parcheggio: chiesti 3 anni di carcere
di Michela Allegri
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Sabato 23 Dicembre 2017, 07:56

Aveva posteggiato l'auto per pochi minuti nel parcheggio dei taxi a piazza Barberini, per correre in farmacia a comprare delle medicine per il figlio disabile, che lo aspettava in macchina. Per Marco Magistri, tassista in servizio nel centro di Roma, si trattava di un affronto che andava punito. Quindi, dopo una raffica di insulti, aveva aggredito quel padre preoccupato e anziano, scaraventandolo in terra e facendolo finire in ospedale. Una reazione violenta che ora rischia di constagli una condanna a tre anni di reclusione: è la pena chiesta ieri dal pm Pierluigi Cipolla al termine di un processo condotto con rito abbreviato. La sentenza a carico di Magistri, accusato di lesioni aggravate, è prevista il 12 gennaio.

LA VIOLENZA
I fatti risalgono al primo aprile del 2015. La vittima è Antonio Cavallaro, 69 anni. L'anziano è in macchina, deve comprare un medicinale da somministrare al figlio disabile che lo accompagna e che ha appena avuto una crisi respiratoria. Arrivato in piazza Barberini, non sa dove parcheggiare. Chiede ai tassisti in fila al posteggio che si trova di fronte alla farmacia Nazionale il permesso di fermarsi tra le strisce gialle per pochi minuti. Gli autisti acconsentono, ma uno di loro non è d'accordo. Si tratta di Magistri, 35 anni, romano. Quando il settantenne scende dall'auto con la ricetta in mano, il conducente lo insulta e lo spinge con violenza. «Togli subito la macchina da lì e vattene insieme a quel mongoloide», urla.

LE TELECAMERE
Antonio cade, si rompe una gamba e sbatte la faccia sull'asfalto, mentre il figlio disabile assiste alla scena e piange terrorizzato. L'aggressore, invece, sale in macchina e scappa, ma la scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza che si affacciano sulla piazza. All'ospedale San Giovanni, alla vittima vengono diagnosticate lesioni guaribili in 60 giorni. In procura scatta un'inchiesta. Magistri viene identificato e indagato, mentre Cavallaro sporge denuncia, assistito dal figlio Giuseppe, avvocato. Dagli accertamenti emerge che il tassista in passato aveva già avuto a che fare con la giustizia, visto che era finito nel mirino degli inquirenti per aver aggredito e minacciato un collega. Ora, Magistri è sul banco degli imputati. Nelle carte della procura si legge che ha agito «per motivi futili o abietti», procurando alla vittima lesioni gravi: un trauma cranico e una frattura del femore, che ha costretto Cavallaro a subire anche un'operazione chirurgica.
 

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