Chiuso in auto con uno stalker che lo minaccia con un coltello: disabile fa processare il suo aguzzino

Chiuso in auto con uno stalker che lo minaccia con un coltello: disabile fa processare il suo aguzzino
di Egle Priolo
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Sabato 9 Marzo 2024, 08:34

PERUGIA - Gli ha reso la vita un inferno. Prima con lo stalking e le richieste di soldi, poi arrivando a scagliargli addosso un punteruolo, che non lo ha preso solo per riflessi e fortuna. Con l'aggravante che la sua vittima, il suo bersaglio preferito, è un disabile, beneficiario di amministrazione di sostegno, quindi ancora più fragile e impossibilitato a difendersi. È per questo che è finito sotto processo per atti persecutori ed estorsione un 28enne gualdese, accusato di «condotte moleste, violente e minacciose», iniziate nel 2019 e reiterate almeno fino al 2022, tra Gualdo Tadino e Bastia.

Il suo bersaglio? Un 57enne, assistito dall'avvocato Cinzia Frappini, nominata come amministratore di sostegno per le difficoltà conclamate dell'uomo. Costretto per anni – secondo le accuse – a subire gli appostamenti del 28enne sotto la sua abitazione e quella della sua compagna. Costretto a consegnarli con la forza il proprio cellulare per la voglia e il capriccio del 28enne di leggere le sue chat e i suoi messaggi. Ma non solo. Perché nonostante i disagi della vittima, l'imputato è accusato di aver preteso che l'uomo gli facesse anche la spesa e lo accompagnasse con la propria auto in varie zone del Gualdese e addirittura in «diverse città di Italia», come se fosse il suo autista.
Come si legge nel decreto che dispone il giudizio firmato dal giudice Valerio D'Andria, inoltre, il 28enne avrebbe preteso «continuamente somme di denaro, vantando debiti inesistenti, anche con insistenti richieste telefoniche e messaggi vocali». E l'escalation di vessazioni è arrivata, in base alla denuncia della vittima, anche alle minacce: «Ti ammazzo, ti metto le mani addosso, ti mando all'ospedale, ti taglio un dito, ti farò togliere la patente dai carabinieri perché dirò loro che ti droghi».
Ma dalle parole si è passati presto ai fatti, perché le minacce sarebbero state appunto rafforzate pure da un coltello, puntato «in più occasioni, al collo, al petto, sugli arti», quando la vittima magari trovava il coraggio di opporsi alle richieste del suo aguzzino.
Come quel giorno drammatico, era il 16 gennaio del 2022, in cui dopo le continue minacce per ottenere soldi, il 28enne ha aspettato la sua vittima sotto casa della compagna. Lì, secondo le contestazioni, lo ha prima costretto a dargli 50 euro «sottraendogli i documenti, le chiavi della macchina e il cellulare, poi, alla richiesta di restituzione delle cose che aveva preso» ha minacciato il 57enne estraendo un punteruolo dalla tasca del suo giacchino. Erano entrambi in auto, in uno spazio ristretto e claustrofobico. E la vittima si è vista puntare l'arma davanti. Ma questa volta non è stata solo una minaccia: in questo caso il 28enne - come ricostruito dal giudice - ha sferrato un colpo, con cui ha danneggiato il cruscotto della macchina. Il secondo invece è stato proprio indirizzato alla gamba del 57enne, che però «non riusciva a colpire, squarciando, invece, il sedile». Abbastanza, insomma, per provocare nella vittima «un perdurante e grave stato di ansia e di paura ed un timore per la propria incolumità, tanto che l'uomo in più occasioni aveva crisi di pianto». Arrivando a pensare di trasferirsi per allontanarsi il più possibile dal suo incubo vivente.
Il 28enne è però pronto a contestare le accuse nel corso del processo a suo carico: proprio nella prossima udienza, fissata al 19 marzo, è previsto l'esame dell'imputato.

Che, difeso dall'avvocato Giorgia Ricci di Perugia, fornirà la propria versione dei fatti per evitare una condanna.

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