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Mangosi contatta varie persone, trova un locale idoneo. Dopo le elezioni Prestipino riferisce di aver sentito Parnasi per dirgli che sarebbe interessata a mantenere l'uso del locale trovando una formula contrattuale che possa tutela entrambe le parti. E Mangosi si attiva per trovare una soluzione, parlandone con Parnasi e con l'amministratore della Parsitalia, società della galassia Parnasi, a cui faceva capo la srl proprietaria dell'immobile. Le carte documentano a questo le trattative per l'importo che Prestipino avrebbe dovuto pagare. E Mangosi spiega che «non potranno chiederle più di 700 euro perché poi lei potrebbe chiamare Luca Parnasi per lamentarsi». Il 13 marzo Prestipino chiama Mangosi, gli dice che farà rientrare le spese di affitto nelle sue spese di collegio e chiede infine come stanno andando le cose per lo stadio e se hanno bisogno di aiuto. Una ricostruzione, quella agli atti dell'inchiesta, a cui Prestipino ha risposto via facebook: «Forzature - scrive -. Io sono nata e cresciuta al torrino e quasi tutti gli uffici i appartengono a Parnasi; quindi è a lui che mi sarei dovuta rivolgere per averne uno in affitto. Cosa che ho fatto personalmente». Prestipino, che dice si aver sostenuto per quell'ufficio, affittato per 900 euro al mese, anche spese di ristrutturazione «a mie spese», si chiede: «è una colpa fare politica in modo corretto e trasparente, denunciando ogni spesa e contributo secondo le regole?».
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