Ucciso dal pino sulla Colombo, nessun colpevole: assolti tre dirigenti del municipio

Ucciso dal pino sulla Colombo, nessun colpevole: assolti tre dirigenti del municipio
di Adelaide Pierucci
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Sabato 20 Maggio 2017, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 21:20

Nessun colpevole per il cosiddetto caso del pino killer di via Cristoforo Colombo che, in una mattinata di dicembre di tre anni fa, nemmeno troppo ventosa, schiantandosi di colpo, aveva ucciso uno scooterista di 42 anni, Gianni Danieli. A palazzo di giustizia non sono state ravvisate colpe dei funzionari comunali responsabili della manutenzione delle alberature in quel tratto. Anche gli ultimi tre dirigenti chiave del X Municipio, indagati dalla procura per omicidio colposo, sono usciti di scena e con una assoluzione piena, formulata ieri dal gip Chiara Gallo. Per Aldo Papalini, Marina Vecchiarelli e Paolo Cafaggi, prosciolti l'anno scorso insieme ad altri cinque colleghi e imputati dell'Unità Organizzativa Ambiente e Litorale del X Municipio, invece, la procura puntava a una condanna a sei mesi di reclusione con il rito abbreviato. Per loro è stato un secondo passaggio davanti al giudice delle indagini preliminari, dopo un primo proscioglimento insieme agli altri indagati. E a disporlo è stata la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso presentato dalla procura esclusivamente per le posizioni di Papalini, Vecchiarelli e Cafaggi.
 

 

«Non è dato apprezzare nell'impugnata sentenza», avevano concluso i giudici della Suprema Corte, «ragioni dirimenti che rendano inutile la verifica dibattimentale. Sia sotto il profilo della configurabilità della posizione di garanzia ricoperta dai singoli imputati, sia sotto il profilo della prevedibilità e dell'evitabilità dell'evento». Un sollievo per Papalini, ex direttore dell'ufficio tecnico e dell'unità operativa a ridosso del fatto, e reduce di una condanna a otto anni e mezzo di reclusione comminata a gennaio per una vicenda di appalti pilotati e corruzioni ad Ostia legata al nome della famiglia Spada. Scampati come lui dall'accusa anche la funzionaria Vecchiarelli, che era già in carica nel precedente episodio di sradicamento di un pino nella stessa tratta risalente a tre anni prima, e Cafaggi quale dirigente in carica all'ufficio in prossimità della tragedia, accusato di non aver dato corso alle attività manutentive indicategli dal precedente dirigente. Usciti da tempo dall'inchiesta gli altri funzionari Claudia Menichelli, Aldo Barletta, Emanuela Bisanzio, Domenico Di Paolo e Claudio Saccottelli. La procura aveva contestato all'inizio a tutti gli indagati di aver sottovalutato «alcuni indicatori di pericolo» che avrebbero dovuto allertarli.

I CAVI
Tra questi la presenza dei cavi di acciaio, fissati anni prima e ormai cadenti, che avrebbero dovuto ancorare il pino poi precipitato. Particolarmente soddisfatte le difese. «Si tratta», ha detto l'avvocato Gaetano Scalise, che assiste Cafaggi, «della seconda assoluzione nel processo che era stato annullato dalla Cassazione per un problema procedurale. Abbiamo dimostrato al giudice la completa estraneità sia sotto il profilo della competenza alla manutenzione e sia sotto il profilo della responsabilità personale». La vedova di Danieli, un fisioterapista noto che ha lasciato pure due figlioletti, ha avuto nel frattempo un risarcimento dal Campidoglio.

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