Rifiuti a Roma, inchiesta sugli incontri fra Muraro, Vignaroli e Cerroni

Rifiuti a Roma, inchiesta sugli incontri fra Muraro, Vignaroli e Cerroni
di Valentina Errante e Cristiana Mangani
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Settembre 2016, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 17:36

L'imbarazzo istituzionale è riassunto nella lettera che il presidente della commissione Ecomafie, Alessandro Bratti, ha inviato alla presidenza della Camera. Perché adesso, senza alcun precedente, la Commissione parlamentare si trova ad indagare sul proprio vicepresidente Stefano Vignaroli. Il deputato pentastellato, che si occupa degli illeciti nello smaltimento dei rifiuti, contemporaneamente, è stato promotore di un incontro riservato tra Paola Muraro, all'epoca dei fatti non ancora assessore ma indicata dal neosindaco Virginia Raggi per una poltrona in giunta su sponsorizzazione Vignaroli, un emissario di Manlio Cerroni, il ras dell'immondizia plurindagato, e Daniele Fortini, all'epoca presidente Ama. Un vertice che si è concluso con un affare per Cerroni. Due giorni prima, Vignaroli aveva partecipato a una riunione nella sede dell'Ama. Sullo sfondo il rapporto, tutto da chiarire, tra Muraro, ex consulente della municipalizzata, finita sul registro degli indagati, e Cerroni. A quasi un mese da quell'incontro segreto, l'assessore va oltre: il blitz in streaming a Rocca Cencia, che porterà alle dimissioni del vertice Ama, è seguito da una lettera alla municipalizzata, dove si chiede di utilizzare un altro impianto di Cerroni, privo delle autorizzazioni necessarie e non contemplato dalla Regione Lazio nel piano per i rifiuti. Sebbene Muraro sostenga il contrario.

IL CONFRONTO
L'incontro che genera l'imbarazzo istituzionale e rende ambigua la posizione di Vignaroli nel rifiuti gate a Roma, avviene il 30 giugno scorso. Nello studio di Giacomo Giujusa, portaborse del deputato grillino, poi promosso assessore dell'XI municipio, si confrontano Muraro, Fortini, Vignaroli e il presidente del Consorzio Colari, Candido Saioni, che fa capo a Cerroni. L'accordo viene raggiunto. Una settimana dopo, l'8 luglio, arriva il via libera al piano straordinario di pulizia dell'Ama, il Campidoglio annuncia che la municipalizzata si avvarrà di nuovi accordi con la Saf di Frosinone (per 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno) e con il Colari di Cerroni (200 tonnellate in più nei successivi 10 giorni), rispetto ai 1.200 già destinati agli impianti di Malagrotta. La presenza di Vignaroli resta inspiegabile: il parlamentare a Palazzo San Macuto svolge un ruolo inquirente e si trova a partecipare a un incontro con i rappresentanti di una società da anni sotto inchiesta. Così, dopo l'istruttoria, il presidente dell'Ecomafie ha deciso di andare avanti e convocarlo. E ha chiesto lumi sull'iter da seguire alla presidenza della Camera. Per Bratti, Vignaroli deve chiarire in audizione quale ruolo abbia avuto e perché abbia partecipato a quelle riunioni. Circostanze sulle quali potrebbe essere chiamato a dare spiegazioni anche davanti ai pm.

LE BUGIE
Ma Cerroni non controlla soltanto gli impianti di Malagrotta, è anche il proprietario della struttura Tmb di Rocca Cencia, bloccata dalla Regione perché priva di autorizzazioni e al centro di un'inchiesta della procura. Una situazione che Muraro, per 12 anni consulente Ama, dovrebbe ben conoscere. Eppure, da assessore, dopo il blitz in streaming nel quale annuncia la riapertura dell'impianto di Cerroni, il 25 luglio scrive al presidente Ama Fortini, chiedendo cosa osti all'impiego della struttura. Il riferimento è all'emergenza nella Capitale e alla presenza del tritovagliatore di Cerroni nel piano regionale rifiuti. Fortini conclude: «La Regione ha precisato che non vi è alcuna autorizzazione dell'impianto Colari; lo stesso non risulta inserito nel Piano. Ama non può conferire rifiuti urbani indifferenziati al tritovagliatore di proprietà Colari, se non a valle di una procedura di gara di evidenza pubblica». Di più, sarebbe necessaria un'ordinanza speciale perché Cerroni è un indagato. Il presidente Ama rassegnerà subito dopo le dimissioni.