Muraro, la Procura indaga sui suoi atti da assessore

Paola Muraro
di Michela Allegri e Cristiana Mangani
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Giovedì 8 Settembre 2016, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 13:46
I lavori come consulente le sono costati già l'iscrizione sul registro degli indagati, ma ora anche il suo breve operato da assessore finisce al vaglio della procura: Paola Muraro rimane al centro dell'inchiesta. E questa volta il pm Alberto Galanti e i carabinieri del Noe intendono verificare la condotta dell'esperta tenuta davanti all'emergenza rifiuti. Vogliono capire perché, dopo il blitz effettuato all'Ama con tanto di diretta facebook, il neo amministratore cittadino abbia insistito con l'allora ad della municipalizzata Daniele Fortini, per far riaprire il tritovagliatore di Rocca Cencia e favorire il ras della monnezza, Manlio Cerroni. Visto che l'impianto era stato chiuso dallo scorso marzo, in quanto «privo di autorizzazioni».

IL BLITZ
Valutare la condotta di Muraro come assessore e i suoi rapporti con il Supremo, potrebbe voler dire allargare di molto l'inchiesta. E infatti, probabilmente già oggi, i militari comandati dal generale Sergio Pascali, si recheranno in Campidoglio, alla Regione, alla Colari e all'Ama, per prelevare nuova documentazione, così come richiesto dalla procura. Centinaia di atti attraverso i quali contano di ricostruire l'intera storia dei rifiuti degli ultimi dieci anni, nella Capitale. Una storia della quale il neo assessore fa parte in pieno, visto che ha rivestito incarichi come consulente nella municipalizzata e in tantissime altre aziende.

Nel frattempo, poi, l'analisi degli atti già acquisiti sembra aver fatto fare diversi passi in avanti all'inchiesta, tanto che si prevede un allargamento, con il coinvolgimento di qualche altro esponente del Movimento 5 stelle. Non è passata inosservata a chi indaga, l'insistenza di Muraro nel voler raggiungere un accordo con la Colari (che fa capo a Cerroni). Accordo che è al centro di una serie di incontri molto riservati, avvenuti quando l'esperta non era ancora assessore. Uno di questi avviene nello studio privato del portaborse del deputato grillino Stefano Vignaroli, il 30 giugno scorso.

Oltre a Muraro sono presenti l'onorevole 5 stelle, Fortini e l'avvocato Candido Saioni per il Consorzio laziale. Il futuro assessore - verrà poi chiarito - sarebbe stata lì nella veste di esperta di ambiente. E forse sulla base del ruolo rivestito avrebbe urlato contro l'allora Ad di Ama, Fortini, chiedendogli di fare «la tariffa a Porcarelli (l'imprenditore che formalmente ha affittato il tritovagliatore da Cerroni)». Fortini, però, è irremovibile. Legge la lettera con cui il 20 giugno il ras dei rifiuti lo invita a ricorrere ai suoi stabilimenti, e aggiunge: «Io non chiederò mai di utilizzare l'impianto di Cerroni. O me lo dicono le autorità che è possibile, oppure senza gara non lo uso».

I REPORT SUI RIFIUTI
Di recente, poi, su quegli incontri si è espresso anche il presidente della Commissione parlamentare ecomafia Alessandro Bratti: «Non si capisce a che titolo - ha dichiarato - Stefano Vignaroli fosse presente alla riunione con Ama e Colari. Stanno emergendo alcune cose sulle quali stiamo facendo delle verifiche». Come il fatto, rivelato sempre da Fortini, che Vignaroli ricevesse i report dell'Ama assieme alla Raggi e alla Muraro.
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