Rifiuti, chiusa l'era Cerroni l'Ama cerca nuovi partner

Rifiuti, chiusa l'era Cerroni l'Ama cerca nuovi partner
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 22 Aprile 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 08:54
A settembre dal gruppo di Manlio Cerroni non gestirà più un solo grammo di rifiuti di Roma. Detta così si tratta di una svolta epocale, visto che per quarant'anni il re della spazzatura, incontrastato e incontrastabile, è stato lui. Lentamente a Malagrotta aveva fatto crescere non solo la montagna dei rifiuti, ma anche il monopolio che passava dallo smaltimento, ma anche dal trattamento. Bene, l'altro giorno il presidente dell'Ama, Daniele Fortini, in un incontro con i sindacati, ha annunciato che lunedì sarà pubblicato il bando per una gara europea che affiderà il servizio di trattamento dei rifiuti per i prossimi quattro anni: 600 mila tonnellate all'anno, per un totale di 250 milioni di euro. Il bando prevede una divisione per lotti, dunque non potrà esserci un unico vincitore.



OLTRE IL LAZIO Ma la novità più rilevante è che si sfrutterà quanto previsto dal decreto Sblocca Italia, che consente di portare in altre regioni (ma anche in altre nazioni) i rifiuti indifferenziati per il trattamento e per la termovalorizzazione della parte che diviene cdr (combustibile da rifiuti). In linea teorica, anche la Colari, il consorzio che fa capo a Manlio Cerroni, potrebbe presentare un'offerta, ma comunque non sarà più monopolista, perché, come detto, ci saranno vari lotti. Inoltre, l'inchiesta giudiziaria che sta interessando Colari rischia di mettere in difficoltà il gruppo in questa competizione. Soprattutto: come ha sempre spiegato Fortini, «si esce dal monopolio e dall'affidamento diretto a Cerroni, si sceglie la strada della trasparenza e del libero mercato».



LA DISCARICA Alcune cose da sapere: dopo la chiusura della discarica di Malagrotta (primo ottobre 2013) solo apparentemente Cerroni era uscito di scena nella gestione dell'enorme business dei rifiuti della Capitale, che produce ogni anno quasi 1,8 milioni di tonnellate di spazzatura. Certo, la sua fetta di torta si sta assottigliando, perché con mille difficoltà comunque la differenziata sta crescendo (e ciò che finisce nella differenziata non passa dal controllo di Cerroni). Ma resta comunque una parte di rifiuti indifferenziati che deve essere trattata nei Tmb. Bene, una parte di questo trattamento avviene negli impianti dell'Ama (a Rocca Cencia e sulla Salaria), un'altra, necessariamente, dai due Tmb di Cerroni a Malagrotta.



Dunque, ogni anno nell'area della discarica chiusa (e non ancora bonificata, ma questa è un'altra storia) continuano ad arrivare i camion dei rifiuti, anche se si dirigono ai due stabilimenti del trattamento. Di qui, ciò che ne esce - scarti, cdr, frazione organica stabilizzata - parte verso impianti di altri regioni, ma ovviamente per questa parte Colari continua a macinare incassi. Bene, da settembre - se la gara non avrà intralci - si cambia: il trattamento delle 600 mila tonnellate annue oggi targate Colari sarà messo a gara.



Probabile che arrivino offerte da grandi multiutility del nord, ma anche da aziende del resto d'Europa, soprattutto da chi ha termovalorizzatori da alimentare. Prima del decreto Sblocca Italia non si poteva fare, perché la legge proibiva di portare rifiuti non trattati fuori regione. In molte città del nord questa innovazione ha causato proteste, perché dove si sono costruiti inceneritori la popolazione chiede quanto meno di limitarne il funzionamento ai rifiuti prodotti in zona.



Ma per Roma si tratta di una grande occasione. Non è irrazionale dal punto di vista ambientale ed economico fare viaggiare altri rifiuti? La linea dell'Ama è che comunque si tratta di una soluzione che durerà solo 4 anni, perché nel 2019 saranno pronti gli eco-distretti e dunque Roma non dovrà più pagare questo tipo di servizio. Altra incognita: se Colari verrà tagliata definitivamente fuori, si manifesterà il problema occupazionale per i dipendenti che oggi lavorano nei Tmb. Ma la linea di Fortini e del Campidoglio è quella di privilegiare legalità e trasparenza.