Gli agenti della Mobile di Roma sono riusciti a rintracciarlo dopo una serie di indagini serrate.
Cattino preso poche ore dopo, era evaso per amore del figlio. Ha spiegato così, cinque giorni fa, la sua fuga dal carcere romano di Rebibbia, Giampiero Cattini, arrestato e ritrovato in casa dei genitori. Entrambi, Cattini e Di Palo (che ha 35 anni), prima dell'evasione avrebbero dovuto scontare la pena in carcere fino al 2018. Se n'erano scappati calandosi da un muro di cinta con delle lenzuola annodate, proprio come nei film. Cattini, 41 anni, si nascondeva a casa dei familiari a Roma, un appartamento nel quartiere periferico di San Basilio, dove viveva anche il fratello.
Prima di arrivare dai familiari si era spostato in auto per diverse ore anche in provincia di Roma, cercando invano un rifugio da alcuni conoscenti. Era poi giunto nella notte nell'abitazione dei suoi familiari dove vivono la madre e il fratello con la compagna. E ai familiari aveva subito confidato: «Domani mi costituisco, ho fatto una stupidaggine, ma mio figlio è tutta la mia vita». All'arrivo degli agenti la notte ha tentato nuovamente la fuga, seguito dal fratello, ma sono stati bloccati e ammanettati poco dopo in un parco. «Mio fratello non c'entra nulla con la mia evasione, mi assumo tutte le mie responsabilità», ha detto agli agenti e poi ha confessato «Mio figlio è tutta la mia vita, avrei voluto rivederlo per questo sono evaso». Il fratello, nel 1996 arrestato per una rapina efferata finita con la morte di un anziano, è stato rilasciato.
Cattini ha anche riferito di essersi diviso subito dall'altro evaso. Ieri il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) aveva fatto sapere che i due evasi avevano lasciato un biglietto alla direttrice del carcere per scusarsi del loro gesto, giustificando la fuga per motivi legati alla droga.
© RIPRODUZIONE RISERVATA